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LA LONGEVITA’ DIPENDE DA DIETA MEDITERRANEA ... SECONDO LA COLDIRETTI

Il record di longevità degli italiani conquistato grazie soprattutto ad una alimentazione fondata sui principi della dieta mediterranea, fortemente radicati nelle campagne, rischia di non essere mantenuto in futuro a causa delle malattie determinate all’obesità e dal soprappeso che ormai interessano un bambino italiano su tre. Lo afferma la Coldiretti che, nel commentare i dati Istat contenuti nel rapporto dedicato alla mortalità della popolazione residente in Italia, sottolinea la necessità di trasferire alle nuove generazioni i principi di una corretta alimentazione fondata su cibi come la frutta e verdura che assicurano naturalmente l’equilibrio dietetico necessario a rimanere in forma.
Non è un caso - sostiene la Coldiretti - che il record regionale di longevità sia stato realizzato nelle Marche, una regione che mantiene una forte connotazione rurale con il 65% del territorio gestito dalle imprese agricole, ben 13 punti sopra la media nazionale, che è del 52%. Pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari garantiscono agli italiani - sottolinea la Coldiretti - una vita media di 77,2 anni per gli uomini e di 82,8 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea. Un record che potrebbe non essere mantenuto dai giovani per colpa - sostiene la Coldiretti - dell’abbandono della tradizionale cultura alimentare fondata sulla dieta mediterranea, con un aumento record dei casi di obesità o soprappeso, che riguardano il 36 per cento dei ragazzi attorno ai dieci anni, il valore più alto tra i Paesi Europei secondo una indagine Merrill Lynch.
L’allarme lanciato dal Congresso Internazionale sull’Obesità ha messo infatti in evidenzia il rischio - riferisce la Coldiretti - che i ragazzi di questa generazione per la prima volta nella storia potrebbero essere i primi ad avere una vita più breve dei propri genitori per colpa delle malattie causate dall’obesità e dal soprappeso che interessano nel mondo un miliardo di persone, un numero superiore agli 800 milioni che soffrono di denutrizione. E in Italia - sottolinea la Coldiretti - su 5 milioni di obesi, 800mila sono affetti da obesità grave secondo i dati divulgati nel Congresso Nazionale di Chirurgia dell'Obesità dal quale è emerso anche che le spese socio-sanitarie dell'obesità in Italia sono stimate in circa 23 miliardi di euro annui, per più del 60 per cento dovute all'incremento della spesa farmaceutica e ai ricoveri ospedalieri.
Per questo - sostiene la Coldiretti - occorre intervenire nelle case e nelle scuole con una maggiore attenzione ai menu’ anche delle mense dove deve essere garantita la presenza di cibi sani come i prodotti tradizionali e la frutta e verdura locale che troppo spesso mancano dalle tavole delle giovani generazioni. Un obiettivo che - continua la Coldiretti - può anche essere incentivato con l'aiuto dei nuovi distributori automatici di frutta e verdura snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare frutta fresca, disidratata o spremute senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa al “cibo spazzatura”.
Una strada che - conclude la Coldiretti - sta per essere percorsa anche negli Stati Uniti con l’impegno delle principali industrie multinazionali (Kraft Foods, Mars, Campbell Soup, Danone and PepsiCo) a ridurre il contenuto di grassi, zucchero e sale negli snacks venduti in macchinette, negozi o bar nelle scuole americane assunto dopo la battaglia condotta dalla William J. Clinton Foundation dell’ex Presidente Usa.

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