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Come le scelte del consumatore possono influenzare il sistema di produzione alimentare: se ne è parlato a Terra Madre

Il panorama della produzione alimentari mondiale è attualmente gestito da politiche nazionali dettate da logiche di mercato neoliberista, in cui le multinazionali sono protagoniste. Ma la realtà sta cambiando, grazie alla nascita di un nuovo tipo di consumatore responsabile e consapevole, attento alle realtà produttive locali e sostenibili. Se ne è parlato a Terra Madre: come ha affermato Anna Zivian, esperta di politiche alimentari e docente presso l’Università di Santa Cruz (California), stanno sorgendo governi locali i quali danno voce a questa tipologia di consumatore tramite la creazione di leggi che appoggiano le produzioni locali, e rifiutano l’ingresso degli Ogm. Acquistare diventa quindi un atto politico. Come sottolinea Vandana Shiva: «I cittadini devono riappropriarsi del proprio cibo» ribellandosi all’attuale dittatura del sistema a favore di una democrazia alimentare. Solo così sarà possibile salvare i piccoli produttori, attualmente soffocati da legislazioni che perseguono come unici obiettivi uniformità alimentari e standard igenico -sanitari. «Un consumatore responsabile tramite il suo acquisto, vota per la biodiversità , per un modello di produzione equo e sostenibile».
Un modello da valorizzare sono quindi le reti di consumatori e produttori locali come i farmers’ market, realtà sempre più diffuse a livello mondiale, che ben ricalcano i valori proposti da Slow Food in cui etica e qualità dei prodotti sono strettamente correlate. Tali reti, come spiega Sage Colin, docente alla University College Corck, hanno permesso una responsabilizzazione del cittadino-consumatore che diventa consapevole delle conseguenze etiche, ambientali e sociale delle proprie scelte.

Un esempio è l’Ayshire and Arran Food Networks, di cui parla Howard Wilson, una rete informale costituita da produttori alimentari artigianali e fornitori delle specialità di queste regioni scozzesi. Presso i soci di questa rete, i consumatori possono acquistare in modo diretto i prodotti locali, supportando così i piccoli produttori che non potrebbero altrimenti sopravvivere sul mercato.
Un’altra testimonianza è portata da Denise Willon, agricoltore francese del sud della Francia, che parla della Amap (Association pour le maintien de l‘Agricolture Paysienne), un’associazione nata nel 2001, costituita da un gruppo di consumatori che ha optato per un rapporto diretto con i produttori biologici locali. Questo progetto, oltre a supportare economicamente un’agricoltura biologica che coltiva solo prodotti del territorio, educa i consumatori al rispetto della stagionalità e della naturalezza dei prodotti stessi. Un sistema simile, nato nel sud del Brasile, è quello della Cooperativa dei consumatori e dei produttori ecologici del litorale nord di Rio Grande do Sul e do Sul de Santa Caterina, di cui parla Silvana Ferrigo de Fatma. I soci acquistano in modo diretto da produttori biologici locali da cui si possono recare per vedere i sistemi produttivi e interloquire con i contadini coinvolti nel progetto.

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