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SEQUESTRI OLIO: SUBITO ORIGINE IN ETICHETTA CONTRO LA CONTRAFFAZIONE. LO DICE LA COLDIRETTI. DOPO ENNESIMO CASO DI PRODOTTO STRANIERO SPACCIATO COME NAZIONALE

Per combattere le frodi che si rincorrono nel settore alimentare occorre immediatamente, a partire dall’olio di oliva, recuperare i ritardi accumulati nell’attuazione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli, per consentire con la rintracciabilità i controlli e dare la possibilità ai consumatori di fare acquisti consapevoli. Lo chiede la Coldiretti nel commentare positivamente l’ennesima operazione che grazie al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari e all’Ispettorato Controllo Qualità ha portato a ritirare dal mercato quasi 2,3 milioni di chili di olio vergine ed extra vergine di oliva, proveniente da miscele fra oli nazionali ed esteri (Spagna, Grecia e Tunisia), al quale, un’azienda olearia di Andria ha, illecitamente, attribuito l’origine italiana e, in alcuni casi, falsamente dichiarato la produzione biologica. Nel complesso - riferisce la Coldiretti - risultano interessate all’operazione oltre 20 aziende olearie in Puglia, Molise, Campania, Lazio, Umbria, Toscana, Lombardia e Sardegna, con l’impiego di oltre 100 uomini tra militari della Guardia di Finanza e funzionari appartenenti all’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità dei prodotti agro-alimentari.
Dopo il vino, si tratta solo dell’ultimo caso di contraffazione reso possibile dalla maglie larghe di una normativa che lascia spazio alla possibilità di “spacciare” come made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, con inganno per i consumatori e gravi danni economici alle imprese.
Nel 2007 si è verificato - sottolinea la Coldiretti - un aumento del 30% importazioni di olio di oliva dall’estero secondo i dati Istat relativi al primo trimestre mentre resta inapplicata la legge 204 del 2004 approvata in forma bipartisan dal Parlamento con il sostegno di 1,5 milioni di firme raccolte dalla Coldiretti.
Sugli scaffali dei supermercati è straniero l’olio di oliva contenuto quasi in una bottiglia su due, ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle etichette non è ancora obbligatorio indicare l’origine delle olive. Una situazione che mette a rischio la salute e gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente.
L’Italia - continua la Coldiretti - è il secondo produttore europeo di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 6 milioni di quintali, due terzi dei quali extravergine e con 38 denominazioni (Dop) riconosciute dall’Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative. Negli ultimi anni si è avuto un trend di crescita nei consumi, soprattutto per oli extravergini, Dop e biologico e si stima che un consumo nazionale di 14 kg/ pro-capite, circa 850.000 tonnellate medie annue.

Olio di oliva - Le cifre italiane
Produzione media italiana, ultimi 4 anni, circa 600.000 tonnellate;
Fatturato del settore pari a 2,0 miliardi di Euro;
Consumo nazionale pari a 13-14 kg all’anno per persona;
Negli ultimi anni si è avuto un trend di crescita nei consumi, soprattutto per oli Extravergini, Dop e Biologico
Dop e Igp riconosciute: 38
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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