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IL CARO PETROLIO AFFAMA L’ITALIA? DOPO L’AUTO A CHILOMETRI ZERO ARRIVANO CIBO E RISTORANTI PERCHE’ LA TERRITORIALITA’ FA RIMA CON RISPARMIO. A DIRLO LA COLDIRETTI

Per combattere il caro prezzi nei prodotti alimentari dovuto all’incremento dei costi di trasporto per colpa del record fatto segnare dal petrolio occorre preferire prodotti locali e di stagione che non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole. Lo consiglia la Coldiretti nel sottolineare che i costi della logistica incidono fino ad un terzo per frutta e verdura e assorbono in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari. Privilegiando l’acquisto di prodotti locali e di stagione oltre a risparmiare - sottolinea la Coldiretti - si salva l’ambiente dall’inquinamento dovuto all’emissione di gas serra responsabile dei cambiamenti climatici. Peraltro in Italia è nata grazie alla Coldiretti la prima rete di locali a chilometri zero che offrono prodotti del territorio che non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere in tavola.
Il progetto a “chilometri zero” della Coldiretti ha l’obiettivo di far riconoscere quei locali (ristoranti, osterie, gelaterie) che utilizzano prodotti del territorio (vino, olio, salumi, formaggi, latte, frutta, verdura e fiori) acquistati direttamente dalle imprese agricole. In Veneto il circuito a km zero annovera già tra gli aderenti dall’osteria di Padova alla gelateria di Verona, dallo snack bar di Treviso ai vari ristoranti nel veneziano fino alle mense collettive di Rovigo, riconoscibili da una apposita targa. Ma la possibilità di fare acquisti di prodotti alimentari che non producono inquinamenti da trasporto si estende da Taranto dove in pieno centro è attivo grazie alla Coldiretti il primo “farmers market” stabile gestito da agricoltori che offrono esclusivamente prodotti delle proprie aziende alle centinaia di distributori automatici di latte fresco proveniente direttamente dalle stalle fino alle quasi 50.000 imprese agricole dove è possibile acquistare direttamente prodotti aziendali, di cui una prima selezione è disponibile sul sito www.coldiretti.it al link “Terranostra”.
Secondo un recente studio della Coldiretti consumando prodotti locali e di stagione, e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può risparmiare fino a 1000 chili di anidride carbonica (CO2) l’anno poiché, ad esempio, per trasportare a Roma un chilo di ciliegie dall’ Argentina in aereo per una distanza di 12mila km si liberano 16,2 kg di anidride carbonica (CO2), mentre, per un kg di pesche dal Sudafrica nel viaggio di 8mila chilometri, si emettono 13,2 kg di CO2 e, infine, gli arrivi di ogni kg di uva dal Cile producono 17,4 kg di CO2. C’è un numero crescente di consumatori su scala mondiale che vuole acquistare prodotti freschi, naturali, del territorio, che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti e subire i lunghi tempi di trasporto prima di giungere sulle tavole.
La sensibilità di alcune catene della grande distribuzione commerciale europee nel cogliere i cambiamenti nel comportamenti dei consumatori ha già portato in alcuni casi alla scelta di dedicare ampi spazi sugli scaffali a prodotti locali del territorio o a segnalare all’opposto, con particolari accorgimenti, i prodotti provenienti da Paesi lontani con rilevanti costi ambientali. E’ il caso di una grande catena di distribuzione inglese che applica un aeroplanino sulle confezione della frutta e verdura importate da altri continenti o quella di altri gruppi di ospitare all’interno dei locali un vero mercato per la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli.
In Italia stanno arrivando le norme per la diffusione dei Farmers Market (i mercati esclusivi degli agricoltori in città) fortemente sostenute dalla Coldiretti che ha messo in atto una serie di iniziative per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto che non inquinano e salvano il clima: dall’ introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei cibi in vendita alla richiesta della disponibilità di spazi adeguati nella distribuzione commerciale dove poter acquistare alimenti locali che non devono essere trasportati per lunghe distanze, dall’offerta di prodotti regionali in mense scolastiche ed ospedaliere alla promozione delle vendita diretta degli agricoltori che sulla base delle esperienze di altri paesi potrebbe raggiungere fino al 15% del mercato alimentare.
Ma la novità più fresca vede la nascita del primo ristorante per “under 18” a chilometri zero che serve piatti ottenuti esclusivamente con ingredienti locali che non devono essere trasportati per lunghe distanze, riducono l’impatto ambientale e contribuiscono a combattere l’obesità infantile. Lo ha reso noto la Coldiretti in occasione della giornata europea del cibo sano e della cucina promossa dalla Commissione Europea per combattere l’obesità tra i più giovani. Avvicinare i più piccoli al consumo di piatti a km zero, ricchi di proteine, vitamine ed a basso contenuto in calorie è la nuova proposta dei locali del circuito a km zero, promosso dalla Coldiretti, che prende il via nel trevigiano dove ha sede in località Collalto il ristorante CasaCoste” di Marinella Fagarat. I più piccoli possono gustarsi tra l’altro la “zuppa curiosino” preparata con zucca, patate, fagioli e altre verdure di stagione che i baby clienti dovranno indovinare da soli. L’allarme sull’obesità è stato lanciato nell’Unione Europea dove si stima che 400mila ragazzi perdano ogni anno la forma fisica con oltre 22 milioni di giovani considerati soprappeso.
Un problema che riguarda anche l’Italia dove la cultura della dieta mediterranea non ha “salvato” i giovani italiani, come confermano i dati preoccupanti sull’aumento dei casi di obesità o soprappeso, dovuti a una non corretta alimentazione, che riguardano il 36% dei ragazzi attorno ai dieci anni.
Secondo la Commissione Europea i bambini obesi non soffrono solo per problemi di salute come il diabete e disturbi del fegato quando sono giovani ma sono anche a più alto rischio di disturbi cardiaci, tumori, ipertensione, infarto e depressione quando invecchiano. Per questo occorre intervenire nelle case e nelle scuole con una maggiore attenzione ai menù anche delle mense dove deve essere garantita la presenza di cibi sani come i prodotti tradizionali e la frutta e verdura locale che troppo spesso mancano dalle tavole delle giovani generazioni. Un obiettivo che può anche essere incentivato con l’aiuto dei nuovi distributori automatici di frutta e verdura snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare frutta fresca, disidratata o spremute senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa.

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