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COLDIRETTI - PREZZI: DAL PESCE AL LATTE, GLI SCAFFALI SONO VUOTI

La protesta si è estesa dal pesce al latte con la mobilitazione degli allevatori della Coldiretti che hanno iniziato a presidiare i principali stabilimenti di trasformazione del latte con il rischio concreto che presto comincerà a mancare il latte dagli scaffali, come già sta accadendo in altri Paesi europei.

La guerra è stata dichiarata dagli allevatori per sostenere la richiesta di un prezzo minimo alla stalla di 42 centesimi al litro (meno di mezzo caffè al bar) necessario - sottolinea la Coldiretti - a mantenere in vita gli allevamenti rimasti che, altrimenti, non potrebbero coprire I costi di produzione lievitati a causa del caro petrolio e dei mangimi. Mentre paradossalmente per i consumatori il prezzo subisce un aumento del 300 nel passaggio dalla stalla alla tavola dove arriva a 1,6 euro al chilo. I prezzi troppo bassi fanno chiudere le stalle se gli allevatori tedeschi hanno protestato davanti alle catene dei principali supermercati dove il blocco delle forniture sta limitando la disponibilità di latte sugli scaffali, la Coldiretti ha scelto come primo obiettivo gli stabilimenti industriali che migliaia di allevatori stanno presidiando fino a quando non si sbloccherà la trattativa giungendo ad un giusto accordo per il prezzo del latte.

Lo sciopero indetto dagli allevatori della Germania, si sta dunque allargando a macchia d’olio in tutta Europa, come è avvenuto per la pesca, con le adesioni di Olanda e Svizzera alle quali si è aggiunta l’Italia dove è in corso un duro braccio di ferro sul prezzo da riconoscere agli allevatori alla stalla per coprire l’esplosione dei costi di produzione. Se nelle principali industrie multinazionali del vecchio continente, che vendono formaggi e yogurt in tutto il mondo, sta cominciando a mancare il latte che gli allevatori del nord Europa preferiscono trasformare in polvere nelle proprie cooperative, in Italia è a rischio oltre alla distribuzione del latte fresco anche la produzione dei formaggi tipici come il grana padano che assorbono buona parte della produzione nazionale.

Nonostante in Italia nel primo trimestre del 2008 si sia verificato un aumento dei consumi in quantità e in valore dei prodotti lattiero caseari, con record di incrementi in valore del 19,1% per il grana padano e del 9,6% per il latte fresco (con un forte incremento dei prezzi al dettaglio), agli allevatori - denuncia la Coldiretti - viene proposta una inaccettabile riduzione dei compensi nonostante gli aumenti vertiginosi dei costi del mangime per l’alimentazione degli animali e dell’energia.

Il rischio è l’estinzione del latte italiano che viene prodotto dagli allevatori ad un prezzo - in Lombardia dove si produce il 40% - di 0,42 euro al litro che moltiplica di quasi quattro volte (+281%) prima di arrivare sul banco del negozio a 1,6 euro al litro. Negli ultimi venti anni - conclude la Coldiretti - sono scomparsi i tre quarti degli allevamenti italiani che si sono ridotti da oltre 180.000 a poco più dei 45.000 attualmente in attività che con 1,8 milioni di mucche garantiscono una produzione di latte di 10 miliardi di chili ad alta qualità e costi competitivi.

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