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“ACCORCIARE LA FILIERA E METTERE SOTTO UN SOLO OMBRELLO CHI PRODUCE E CHI FORNISCE I MEZZI TECNICI, CON LA COLLABORAZIONE DI PICCOLA E GRANDE DISTRIBUZIONE”. IL PIANO COLDIRETTI PER TUTELARE AGRICOLTORI E CONSUMI. ATTACCO ALLE COOP

Accorciare la filiera agroalimentare al punto di mettere “sotto un solo ombrello chi produce, chi trasforma e chi fornisce i mezzi tecnici, ed avere la collaborazione di piccola (farmers market) e grande distribuzione”: sono questi gli obiettivi del piano Coldiretti di annessione di consorzi agrari (dai quali passa il 40% dei macchinari) e cooperative, che fa parte di un progetto che sarà presentato al Governo nei prossimi mesi.

Lo scopo, secondo l’organizzazione che rappresenta il 60% dell’agricoltura italiana, è quello “di arrivare ad una razionalizzazione totale della filiera e allo sfruttamento delle economie di scala, per esempio acquistando in maniera consortile i macchinari, per tutelare da un lato i produttori, che oggi, secondo il presidente Sergio Marini, non percepisco “più del 17% del prezzo del prodotto”, dall’altro i consumatori che vedono aumentare continuamente i costi dei generi alimentari.

Un programma che è anche una critica forte a quel modello di gestione delle cooperative che, secondo Marini, “ha avuto per anni il pallino in mano e non hanno fatto nulla. Non lo diciamo noi ma lo conferma lo stato di crisi in cui versano molte importanti cooperative di cui l’agricoltura italiana non può fare a meno”.

Un progetto che, secondo Fedagri (Federazione Nazionale delle Cooperative Agricole ed Agroalimentari), è “un’invadenza di campo e voglia di antichi progetti”.

La Col diretti, da parte sua però, risponde che “la cooperazione non ha raggiunto gli obiettivi di accorciare la filiera e rafforzare la quota di valore aggiunto dei produttori” e che l’adesione di cooperative e consorzi all’organizzazione di Palazzo Rospigliosi, è sempre decisa liberamente con votazione da parte dei singoli consigli di amministrazione, e che il progetto mira a “ricongiungere i soci alle cooperative: la nostra è solo una operazione di semplificazione della rappresentanza. Lo si fa in politica e nella pubblica amministrazione non vedo perchè questo percorso non debba valere per l’agricoltura”.

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