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COLDIRETTI: LA CINA HA IL RECORD DEI CIBI CONTAMINATI SCOPERTI IN UNIONE EUROPEA

La Cina è il Paese che ha ricevuto dall’Unione Europea il maggior numero di notifiche per l’esportazione di prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, salmonella e additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge. Lo afferma la Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per alimenti e mangimi nel 2007, in riferimento allo scandalo del latte contaminato dalla melamina, un composto usato nella plastica e nei prodotti di pulizia. Su un totale di 2933 notifiche ben 390 - sottolinea la Coldiretti - sono state rivolte alla Cina per pericoli derivanti sopratutto dalle contaminazioni dovute a materiali a contatto con gli alimenti per la migrazione, non solo di certi metalli pesanti (principalmente cromo), ma anche di ammine aromatiche, ftalati ed adipati. Numerosi peraltro anche i casi di presenza di residui farmaci veterinari o di micotossine.

Si tratta - precisa la Coldiretti - della conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale. Il latte in polvere contaminato è, dunque, solo l’ultimo caso che getta un ombra sulla campagna di immagine sulla sicurezza avviata dal Governo cinese dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi. Nel Paese asiatico si registrato un aumento del 27% delle morti per avvelenamento da cibo nel 2007, sull’anno precedente, e le autorità sono intervenute con il ritiro delle licenze per la produzione a centinaia di industrie alimentari per problemi legati alla sicurezza.

In Italia peraltro riguarda titolari di esercizi di nazionalità cinese quasi la metà dei reati di frode e sofisticazione alimentare commessi da operatori stranieri e accertati in Italia, secondo un’analisi della Coldiretti dall’ultima ordinanza sulle sentenze passate in giudicato pubblicate sulla “Gazzetta ufficiale” dal Ministero della Salute. Dall’elenco del Ministero risulta che - sottolinea la Coldiretti - 31 sentenze su 89, pari al 35%, sono state pronunciate contro cittadini stranieri e tra queste, quasi il 50% riguardano titolari di esercizi di nazionalità cinese (ben 14).
Nel 2007 - sottolinea la Coldiretti - sono quasi triplicate le importazioni di pomodoro concentrato dalla Cina per un quantitativo che equivale a circa un quarto dell’intera produzione di pomodoro coltivata in Italia. Se il pomodoro in scatola rappresenta circa un terzo del valore delle importazioni nazionali con un quantitativo di 140 milioni di chili, dalla Cina - precisa la Coldiretti - arrivano anche aglio, mele e funghi in scatola. Di fronte all’estendersi dell’allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre immediatamente - conclude la Coldiretti - estendere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l’immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini.

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