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LE API “DROGATE” APRONO NUOVE E IMPORTANTI FRONTIERE ALLA RICERCA SCIENTIFICA: DALLA “MACQUARIE UNIVERSITY” IN AUSTRALIA ARRIVA UNO STUDIO CONDOTTO SUI PICCOLI INSETTI PER INDAGARE GLI EFFETTI DELLA DIPENDENZA DALLE DROGHE SUGLI ESSERI UMANI

Quando trovano un posto in cui c’è cibo di buona qualità e in quantità sufficiente, le api si cimentano in una particolare danza per aiutare i compagni di alveare a trovare il posto indicato. Ma se ai piccoli insetti viene somministrata della cocaina, questa danza così affascinante e particolare diviene due volte più vigorosa e il 25% più veloce. Così le api “drogate” aprono nuove ed importanti frontiere alla ricerca scientifica: a osservare il fenomeno è stato un gruppo di scienziati australiani della Macquarie University che ha condotto uno studio sulle api, per indagare gli effetti della dipendenza dalle droghe sugli esseri umani.

La cocaina, secondo i ricercatori, agisce sulle api proprio come sull’uomo, quando viene assunta una bassa dose di questa sostanza: il giudizio viene alterato, i comportamenti sono molto stimolati e si è esageratamente entusiasti per cose che altrimenti non ecciterebbero affatto. Per “drogare” le api, i ricercatori hanno sciolto della cocaina sul loro dorso e in questo modo la sostanza è entrata nel sistema circolatorio e nel cervello dei piccoli insetti.

“Quello delle api - sottolinea Andrew B.Barron della Macquarie University, co-autore dello studio - è un sistema meravigliosamente semplice: grazie a questi studi è possibile che quando sapremo cosa avviene nel cervello a seguito dell’uso di droghe, potremo trovare nuovi modi per prevenire gli abusi”.

La ricerca, pubblicata sul Journal of Experimental Biology e ripresa dal New York Times, “e’ il primo passo verso la conoscenza dei meccanismi di dipendenza” aggiunge Gene E.Robinson, direttore del programma di neuroscienze presso l’Università dell’Illinois e componente del gruppo di ricerca. Lo studio, inoltre, ha messo in evidenza anche la comparsa di sintomi di astinenza nelle api, mentre il prossimo passo degli scienziati sarà quello di capire se agli insetti occorre nel tempo una maggiore quantità di cocaina, per ottenere lo stesso effetto, proprio come accade nell’uomo.

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