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UNIONE EUROPEA: STOP A FALSO OLIO MADE IN ITALY. OK AD ETICHETTA. I COMMENTI: CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTI, MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE

Finalmente in Europa non sarà più possibile spacciare come made in Italy l’extravergine ottenuto da miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine senza alcuna informazione per i consumatori: il Comitato di gestione olio di oliva della Commissione Europea ha approvato la modifica al regolamento 1019/02 riguardante l’etichettatura dell’olio di oliva.
“Si tratta di una storica svolta per l’Unione Europea che - sottolinea la Coldiretti - interpreta il bisogno di sicurezza e trasparenza dei cittadini ed evidenzia una sostanziale identità con il programma pubblicato sul sito della casa bianca dal presidente eletto Barack Obama che ha dichiarato l’intenzione di introdurre l’etichettatura d’origine per gli alimenti in commercio, cosicché i produttori americani possano distinguere i propri prodotti da quelli importati”.
“L’estensione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive impiegate nell’extravergine in tutti i paesi europei è - sottolinea la Coldiretti - una risposta coerente alla necessità di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori comunitari e di combattere le truffe. Una necessità per un paese come l’Italia che nel 2008 - stima la Coldiretti - ha importato circa 500 milioni di chili di olio di oliva che in assenza di etichettatura si “confondono” con la produzione nazionale che è stata pari a poco più di 600 milioni di chili, in aumento del 10% sul 2008 e di alta qualità. Una situazione che - continua la Coldiretti - ha avuto un forte impatto negativo sui prezzi pagati agli agricoltori che sono crollati del 30 per cento al di sotto dei costi di produzione mettendo a rischio il futuro del settore”.
L’aumento produttivo diffuso su tutto il territorio nazionale, risulta particolarmente evidente nelle regioni centrali che l’anno scorso avevano invece subito le maggiori perdite, a causa del clima sfavorevole. Nelle stime produttive di olio made in Italy fornite da Unaprol, dopo un monitoraggio effettuato presso 6.000 aziende, vede aumenti di produzione, rispetto al 2007, più consistenti in Toscana (fino al +50%); Marche (+40%), seguite da Liguria (+35%) e con un incremento stimato a +30% Emilia-Romagna, Umbria, Abruzzo e Molise.
Con il via libera del comitato di gestione - precisa la Coldiretti - si può completare l’iter di approvazione del regolamento comunitario che entra in vigore il primo luglio mentre nel frattempo resta vigente a livello nazionale il decreto ministeriale pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 18 ottobre 2007 che ha imposto in Italia l’obbligo di etichettatura dell’olio extra vergine di oliva.
La norma per l’indicazione di origine in etichetta consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente.
“La modifica al regolamento 1019/02, che introduce l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli oli di oliva, pone - sottolinea Confagricoltura - finalmente fine ad un’altalena di norme nazionali che rischiavano di non cogliere l’obiettivo e, paradossalmente, di addossare sugli agricoltori nuovi oneri. Confagricoltura ha più volte sostenuto la necessità di un negoziato con la Commissione per la modifica del regolamento che indicava l’origine solo in via facoltativa, ritenendo fortemente difficile che una norma nazionale potesse ribaltare un regolamento comunitario. E’ questo - continua Confagricoltura - un ulteriore elemento nell’ottica della chiarezza e della competitività, che può consentire al nostro sistema Paese di recuperare terreno sui mercati nazionali ed esteri, in un momento di forte crisi del settore. Occorrerà adesso avviare una adeguata campagna di informazione per consentire al consumatore una scelta consapevole, in un mercato dell’olio d’oliva finalmente più trasparente”.
L’Italia è il secondo produttore europeo di olio di oliva, con due terzi della produzione extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall’Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative.

L’olio extravergine di oliva made in Italy in cifre
Patrimonio olivicolo nazionale: 250 milioni di piante
Produzione nazionale annata 2008/2009: 630 milioni di chili
Posizione a livello europeo: secondo produttore Ue dopo la Spagna
Consumo nazionale : 14 kg a testa
Oli extravergine d’oliva Dop/Igp: 38
Fatturato settore: 2 miliardi di euro
Impiego di manodopera: 50 milioni di giornate lavorative
Fonte: elaborazioni Coldiretti

La posizione - Cosa dice il Ministro Luca Zaia … “un nuovo passo nella difesa della qualità e della trasparenza”
“Da oggi abbiamo a disposizione uno strumento prezioso per difendere i nostri produttori di olio e per tutelare il made in Italy. Ringrazio personalmente il commissario europeo Mariann Fischer Boel per la sensibilità dimostrata nei confronti dei produttori e per l’attenzione riservata ai diritti dei consumatori, che potranno finalmente conoscere l’origine dell’olio che acquistano”: è il commento del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia al voto favorevole del Comitato di gestione olio di oliva della Commissione Europea, che oggi a Bruxelles ha approvato - con il solo voto contrario della Grecia e l’astensione della Svezia - la modifica del regolamento Cee n. 1019/02 riguardante l’etichettatura dell’olio d’oliva.
Il provvedimento, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, sarà applicato già dal 1 luglio 2009.
“L’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli oli extravergini e vergini di oliva - spiega Zaia - è il risultato di una battaglia che l’Italia ha condotto con tenacia e convinzione. Si tratta di un passo importante nella difesa della qualità e della trasparenza, perché fornisce al consumatore la possibilità di distinguere il prodotto italiano dagli oli di oliva provenienti dagli altri Paesi comunitari e non comunitari. D’ora in poi tutti sapranno esattamente cosa stanno comprando”.
“Il provvedimento comunitario - conclude il Ministro - è anche lo strumento di cui avevamo bisogno per combattere al meglio le contraffazioni e le truffe: nessuno potrà più spacciare impunemente per italiano l’olio proveniente da altri Paesi”.

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