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L’AGRICOLTURA COME SOLUZIONE ALL’EMERGENZA DISOCCUPAZIONE: PER FRONTEGGIARE LA CRISI IL GOVERNO GIAPPONESE MANDA I DISOCCUPATI AL LAVORO NEI CAMPI

L’agricoltura come soluzione all’emergenza disoccupazione: l’idea è venuta al Governo giapponese che, a fronte delle migliaia di posti di lavoro persi nell’industria per via della crisi economica globale, ha avviato un progetto per trasferire nelle campagna i giovani disoccupati. L’obiettivo non è solo quello di trovare un lavoro alternativo, ma di incoraggiare l’agricoltura. Un’esigenza di grande attualità per il Giappone che, nonostante la presenza di 3 milioni di agricoltori è, tra i Paesi sviluppati, il più dipendente dall’estero, dal quale importa ben il 60% degli alimenti necessari, secondo i dati che saranno presentati al primo vertice mondiale degli agricoltori dei Paesi appartenenti al G8, il “G8 Farmers’ Union Meeting”, promosso dalla Coldiretti il 19 marzo a Roma.

Il progetto fa parte del pacchetto per affrontare l’emergenza economica messo a punto dal Primo Ministro Taro Aso e prevede il coinvolgimento iniziale di 800 disoccupati, ai quali sarà finanziato uno stage iniziale della durata di 10 giorni per imparare a produrre e a vendere prodotti agricoli, ma sono successivamente previste permanenze della durata di un anno in villaggi agricoli.

Secondo Moteki Mamoru, presidente dell’organizzazione agricola giapponese Ja Zanchu, l’innalzamento al 50% del livello di autosufficienza alimentare è un obiettivo prioritario. Dal punto di vista della produzione il riso è il prodotto agricolo maggiormente coltivato in Giappone (valore della produzione pari al 22% del valore totale della produzione agricola giapponese) e si punta sull’impiego efficiente delle risaie, parte delle quali sono incolte. “Ma è anche necessario - sottolinea Moteki - un aumento della farina e della soia, la cui autosufficienza è inferiore al 10% anche per la produzione di mangimi per animali, fortemente dipendente dalle importazioni. Al G8 di Roma il nostro intento è quello di promuovere un dibattito sulla sicurezza dell’approvvigionamento alimentare.

Il fatto che il cibo rappresenta un elemento essenziale per l’umanità dovrebbe essere un principio fondamentale condiviso dai leader delle organizzazioni di Paesi del G8: per questa ragione il cibo non dovrebbe essere trattato, in qualsiasi accordo internazionale, come un qualsiasi altro bene. In questo contesto l’accesso agli alimenti, in corso di studio alle Nazioni Unite, dovrebbe essere promosso al fine di garantire un approvvigionamento sicuro sia per i Paesi sviluppati che per quelli in via di sviluppo”. In secondo luogo, aggiunge Moteki, “riteniamo di dover trattare della questione del divario tra le zone urbane e quelle rurali, come quello tra i poveri ed i ricchi”.

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