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PRODOTTI TIPICI ITALIANI E DIETA SENZA GLUTINE: UN’ALTERNATIVA GUSTOSA E POSSIBILE. SE NE PARLERÀ OGGI A “SAPORI & SAPERI” (POMPEI)

La celiachia in Italia cresce ogni anno del 10%, mentre in Campania sono circa 12mila i celiaci già diagnosticati. Ma, la dieta senza glutine (necessaria per chi è intollerante a questa proteina) può essere un’alternativa possibile e gustosa, non una rinuncia: lo dimostra la relazione esistente fra sapori genuini, prodotti tipici e alimenti per celiaci. Sarà questo il filo conduttore del convegno “Celiachia: sapori e saperi di uno stile di vita alternativo”, in programma oggi 27 aprile, a Pompei.

L’incontro, negli eventi culturali della kermesse eno-gastronomica “Sapori & Saperi” 2009, ha l’obiettivo di favorire l’integrazione sostenibile e la compatibilità della dieta dei celiaci con i “sistemi food”, attraverso l’educazione al gusto e lo sviluppo della filiera agroalimentare senza glutine. Le comunicazioni presenteranno gli ultimi risultati della ricerca sulla celiachia, tra cui le nuove prospettive terapeutiche. Saranno prese in considerazione, inoltre, le problematiche della dieta per celiaci, come l’utilizzo di sfarinati non convenzionali per lo sviluppo di alimenti ad alta valenza dietetica e le alternative ai cereali tradizionali.

La celiachia, com’è noto, è un’intolleranza permanente al glutine, una proteina contenuta in alcuni cereali: frumento, farro, orzo, segale, avena. Curarla seguendo una dieta senza glutine significa evitare alimenti con questi cereali e i loro derivati. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare: l’assunzione di glutine, infatti, anche in piccole dosi, può causare seri danni. L’incidenza di questa intolleranza in Italia - riferisce l’Aic - è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 400.000, ma ne sono stati diagnosticati intorno agli 85.000 (12.000 le diagnosi in Campania). Ogni anno vengono effettuate 5.000 nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 10%.

“Per migliorare la vita del celiaco - dichiara Teresa d’Amato - bisogna migliorare l’informazione su questa patologia, in ogni contesto: dalle scuole alla ristorazione. Il nostro obiettivo è far sì che un numero sempre maggiore di aziende alimentari si dedichi ai prodotti senza glutine da inserire nel prontuario adottato dall’Aic”.

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