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MCITALY, ROBETO BURDESE (SLOW FOOD): “COSI’ SI DISTRUGGE L’AGROALIMENTARE”

Slow Food contro “Mc Italy”, il panino “fast and good” distribuito in oltre 400 punti vendita italiani dal colosso americano Mc Donald’s con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole di Luca Zaia. Dopo l’articolo su “La Repubblica” di ieri del fondatore Carlo Petrini, a esprimere dubbi e perplessità all’egenzia “Il Velino” è anche il presidente Roberto Burdese, che ricorda come “Slow food nacque proprio dopo l’apertura di quel Mc Dondal’s a Piazza di Spagna. Difendiamo un certo tipo di agricoltura, non solo italiana, e per questo giudichiamo pericoloso l’incrocio fra Mc Donald’s e alcuni prodotti che simboleggiano eccellenze del made in Italy”.

Secondo Burdese, non c’entra l’ideologia: “Slow food non sogna un mondo senza Mc Donald’s, ma invitiamo a riflettere sul fatto che mentre il colosso americano ha chiuso il 2009, con bilanci straordinariamente ricchi e sani in tutto il mondo l’agricoltura vive la sua crisi più grande con arance pagare 6 centesimi al chilo e il latte 27 centesimi al litro. I prodotti vengono pagati ai minimi di sempre”. Ecco perche’, per Burdese, questo “incrocio pericoloso” non è avvenuto per caso.

“Un’agricoltura sana non avrebbe avuto bisogno di rivolgersi a Mc Donald’s per vendere i propri prodotti. Il problema che poniamo è che si rispetti la qualità. Chi dà la garanzia che si produce un panino di eccellenza? A cosa serva questa operazione? Se serve a svuotare i magazzini pieni delle industrie alimentari si sta solo dando un minimo di ossigeno e liquidità al sistema, ma per farlo si svende l’immagine del Made in Italy e si compromette un patrimonio faticosamente costruito negli anni”.

“Negli Usa - fa poi notare Burdese - i fast food sono messi sotto accusa per aver minato la salute, qui li scegliamo come unico interlocutore. Io, però, sono un inguaribile ottimista - continua - e credo che questo rappresenterà uno shock culturale che alla fine porterà a una maggiore consapevolezza fra la gente e nel medio periodo produrrà un effetto contrario a quello che ci si aspetta. Ma perchè questo accada bisogna denunciare e dire che l’operazione con Mc Donald’s non è una buona notizia. Piuttosto, invece, di consumare prodotti che vengono dall’estero dovremmo essere tutti sostenitori del made in Italy ogni giorno e non affidarci ad un “Piano Marshall” targato Mc Donald che mi preoccupa e mi intristisce”. Respinte, infine, dal presidente di Slow Food le insinuazioni di “posizioni politiche”.

“Non è un dibattito politico o snobistico. Molti dei nostri soci sono elettori di centrodestra e tanti al nord votano per la Lega. Storicamente, poi, i gastronomi sono liberali e conservatori. Ecco, perché, forse - chiosa Burdese - saranno più turbati a destra che non a sinistra, dove peraltro non mi pare si siano alzate molte voci di protesta”.

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