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NEL 2010 SONO 50.000 LE IMPRESE ITALIANE CHE, IN AGRICOLTURA, RISCHIANO DI CHIUDERE: A DIRLO LA CIA - CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

“Nel 2009 migliaia di imprese agricole sono state costrette a chiudere. Altre 50.000 aziende rischiano di cessare l’attività nel 2010. Una situazione gravissima: è quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale per costi, prezzi e redditi “è una vera debacle”. Per questo, nell’Assemblea n. 5, dal 24 al 26 febbraio a Roma, la Confederazione lancerà il progetto per rilanciare sviluppo e competitività, formulando le proposte per far uscire il settore da una profonda crisi. Grande attenzione sarà data anche al crescente problema della criminalità organizzata, “che sta allungando i suoi tentacoli anche nelle campagne”.
Secondo la Cia, l’agricoltura sta attraversando una delle più lunghe e difficili crisi della sua recente storia: agli effetti più generali (accesso al credito, calo della domanda, disoccupazione, aumento dei costi produttivi) si è aggiunto il crollo dei prezzi all’origine e la caduta dei redditi (-25,3%), mentre il fenomeno della criminalità, a danno degli agricoltori, è sempre più diffuso in numerose regioni, con i reati che si estendono dal furto ai danneggiamenti, dall’usura al racket, dagli scarichi abusivi alle truffe nei confronti dell’Unione europea. Difficoltà accresciute, secondo la Confederazione, “dall’assenza di un’azione delle istituzioni di governo all’altezza della drammaticità del momento. La crisi economica - sottolinea la Cia - ha incrinato la capacità di adattamento delle imprese agricole che traevano forza da una maggiore flessibilità nell’impiego delle risorse, a cominciare dal lavoro, e da una rete di solidarietà familiare che contribuiva ad alleviare i problemi di ricorso al credito e ad assicurare una sufficiente capacità di spesa. Per questa ragione è indispensabile una politica più attenta e propulsiva nei confronti del settore. Servono interventi mirati e concreti per abbattere i costi (produttivi, contribuitivi e burocratici) e rivitalizzare i prezzi sui campi che continuano a crollare in maniera verticale”.
Da qui l’impegno della Cia che, come si legge nel documento congressuale, “è impegnata alla costruzione di una più forte e moderna agricoltura e si attivando per promuovere il protagonismo degli imprenditori agricoli, delle imprenditrici e dei giovani, che rappresentano il futuro e la prospettiva del settore. D’altra parte, oggi - conclude la Cia - vi sono segnali di una stabilizzazione dell’economia mondiale, ma la ripresa sarà lunga e difficile. I costi sociali, soprattutto in termini di occupazione, saranno alti; e questo peserà sulle famiglie agricole e sulla loro peculiare struttura sociale. Ci vorrà tempo per recuperare i livelli di reddito, di occupazione e di produzione precedenti la crisi e per ridurre il differenziale di crescita dell’Italia rispetto agli altri paesi dell’area dell’euro e tra il Nord ed il Sud del Paese”.

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