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DALLA BIRRA AL BRODO DI POLLO, I “RIMEDI DELLA NONNA” RESISTONO ALLA MODERNITA’, SPUNTANO ANCHE SUL WEB E RESTANO I MIGLIORI “CONSIGLI” PER AIUTARE LE MAMME DURANTE L’ALLATTAMENTO

Birra, integratori a base di luppolo o verbena e litri di brodo di pollo. E ancora, tanto latte a colazione, e tazze di tisana al finocchio a scandire l’intera giornata. Sono numerosi e resistono alla modernità i “rimedi della nonna” per le mamme che allattano. Consigli e suggerimenti che passano di generazione in generazione fra le italiane, e adesso spuntano anche online su blog e social network, per aiutare le neomadri ad assicurare una produzione di latte costante e abbondante al proprio bebè. Anche se, “in realtà - spiega Claudio Giorlandino, ginecologo e presidente della Sidip (Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno-fetale) - nonostante i numerosi studi in materia, non è stata dimostrata scientificamente l’efficacia di questi rimedi”.

Così spesso la dieta della mamma si arricchisce di tisane al finocchio - stimola il latte e riduce le coliche del piccolo - riscopre la tazza di latte a colazione, e viene integrata con prodotti naturali come il lievito di birra, il fieno greco, il luppolo e la verbena. Sempreverdi anche i “piatti della nutrice”, come la zuppa di pane e il brodo di pollo, propinati ancora oggi da madri e suocere alle donne che hanno appena avuto un figlio.

“Le uniche sostanze che davvero hanno mostrato un effetto - continua Giorlandino - sono gli inibitori della dopamina, ma si tratta di farmaci e non è il caso di suggerirli alle neomamme”. Così resistono i rimedi della nonna, “che magari per alcune mamme possono anche aver “funzionato” - aggiunge il presidente Sidip - ma che in effetti non hanno mostrato alcuna utilità nel corso di studi scientifici. La presenza e la quantità del latte è influenzata dai geni e dall’ambiente, ma è indipendente dalla taglia del seno, come invece a volte si crede. Considerati gli enormi benefici e il grande valore dell’allattamento al seno per il rapporto madre-figlio e per la salute del piccolo, anche a distanza di anni, è importante stimolare le mamme a questa scelta. Per allattare non serve seguire una dieta particolare: è sufficiente una buona idratazione, un’ottima pulizia del seno, mangiare in modo sano e variato e soprattutto iniziare subito ad attaccare il bebè al seno”.

E ancora: “bisogna avere tanta pazienza - dice Giorlandino - perché, specie se è la prima volta, occorre imparare la tecnica, e anche il piccolo potrebbe impiegare un po’ di tempo a sviluppare una suzione corretta e fluida”. Inoltre, “occorre tener conto dell’effetto “fasico” del latte: la quantità infatti varia, diminuendo o aumentando nelle diverse ore del giorno: questo - sottolinea il presidente Sidip - è normale e non bisogna preoccuparsi”. Da evitare, invece, la birra tradizionalmente consigliata per “fare latte”. “Nonostante i suggerimenti della nonna - spiega il ginecologo - gli alcolici sono assolutamente da bandire mentre si allatta, come pure il fumo”. La produzione del latte materno vera e propria avviene in media due giorni dopo il parto in tutte le donne, “ma bisogna iniziare subito, per stimolare la montata. Ricordando - conclude Giorlandino - che più il piccolo succhia, più il latte aumenta”.

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