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BURGER KING IN VENDITA, LA BORSA PREMIA IL TITOLO … E COLDIRETTI DICE “IN CRISI FAST FOOD CON BOOM FARMERS MARKET”

L’hamburger concorrente di Mc Donald’s è in vendita. E i rumors su un nuovo passaggio di mano premiano il titolo che, in apertura a Wall Street, ha segnato un rialzo a due cifre, del 14%. Dopo 56 anni di onorata carriera (il primo punto vendita aprì a Miami il 4 dicembre 1954), Burger King sta così per essere ceduto di mano: 12.000 negozi in 75 diversi Paesi (il 66% negli Usa), 39.000 dipendenti e 11,4 milioni di clienti ogni giorno, i suoi ricavi ed il valore delle sue azioni sono in declino. Nel 2007, ha registrato un utile netto di 148 milioni di dollari, e un fatturato di 2,2 miliardi di dollari. In pole position, come confermato oggi dal “Wall Street Journal”, il fondo di private equity britannico 3i group che vorrebbe acquisire il re americano del fast food. Con una capitalizzazione di 2,3 miliardi di dollari (in borsa dal maggio 2006), Burger King faceva capo ad un consorzio formato da Tpg, Bain Capital e Goldman Sachs che a sua volta l’aveva acquisito 8 anni fa da Diageo per 1,5 miliardi di dollari. Per accaparrarsi nuove fette di aficionados, la catena sta per promuovere nel prossimo autunno nuovi panini extralarge. E recentemente, è salito agli albori della cronaca per proporre la “pizza burger” che, negli Usa, ha già molti estimatori.

L’angolo della Coldiretti: “in crisi fast food con boom farmers market”
La crisi del fast food con la messa in vendita del colosso statunitense Burger King è la conferma di un cambiamento in atto nelle abitudini alimentari anche negli Usa dove negli ultimi 10 anni sono più che raddoppiati i mercati degli agricoltori dove comprare prodotti locali di grande qualità alternativi ai menù globalizzati. Lo dice la Coldiretti che, nel commentare le difficoltà che sta incontrando la catena di fast food, sottolinea che negli Stati uniti sono aperti 6.132 mercati degli agricoltori in aumento del 16% sull’anno passato.
Una tendenza sostenuta dalla stessa amministrazione Obama che ha avviato numerose iniziative contro il cibo spazzatura e a favore di stili di vita sani che - ricorda la Coldiretti - vanno dall’obbligo ad indicare il conto delle calorie nei menù offerti da oltre 200.000 catene di fast food, ristoranti e take away previsto dalla riforma sanitaria alla coltivazione di un orto alla Casa Bianca nelle cui prossimità è stato aperto anche un farmers market per favorire l’offerta di cibi freschi e genuini provenienti dalla campagna.
Anche in Italia si registra il successo di esperienze di vendita di prodotti locali rispetto ai quello delle multinazionali come McDonald’s con il 54% degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali e artigianali che battono nettamente le grandi marche, che si fermano al 12%, secondo una indagine Coldiretti/Swg.
Secondo l’indagine - continua la Coldiretti - per il 29% degli italiani la scelta tra le due tipologie di prodotto dipende dalla qualità; per il 5% dal prezzo. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di una opinione confermata da un vero boom degli acquisti diretti dai produttori dove compra regolarmente l’11% degli italiani e ben il 47% ha dichiarato di farlo almeno qualche volta durante l’anno. La spesa in cantine, malghe o frantoi per acquistare direttamente dai produttori vini, ortofrutta, olio, formaggi, e altre specialità supererà, nel 2010, i 3 miliardi di euro, secondo la Coldiretti e coinvolge 63.000 imprese agricole attraverso spacci aziendali, chioschi, bancarelle, sagre e oltre 500 mercati degli agricoltori di “Campagna Amica”.
L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore - sottolinea la Coldiretti - è una opportunità per conoscere non solo il prodotto ma anche la storia, la cultura e le tradizione che racchiude dalle parole di chi a contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. Si tratta di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale perché concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo. Tra le motivazioni di acquisto dell’indagine Swg/Coldiretti spicca infatti la genuinità (71%) seguita dal risparmio (40%) e dal gusto (26%).

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