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PROTESTA PASTORI, COLDIRETTI: “È SCOMPARSO QUASI UN ALLEVAMENTO DI PECORE SU TRE NEGLI ULTIMI DIECI ANNI IN ITALIA, E IN MEDIA 1 LITRO DI LATTE VIENE PAGATO 60 CENTESIMI, BEN AL DI SOTTO DEI COSTI DI ALLEVAMENTO CHE SI AVVICINANO ALL’EURO”

“È scomparso quasi 1 allevamento di pecore su 3 negli ultimi 10 anni in Italia, dove la crisi in atto rischia di decimare irrimediabilmente i 70.000 allevamenti sopravvissuti che svolgono un ruolo insostituibile per l’ambiente, l’economia, il turismo e la stabilità sociale del territorio, inoltre, per quanto riguarda i costi, in media un litro di latte viene pagato fino a 60 centesimi al litro con un calo del 25% su due anni fa e ben al di sotto dei costi di allevamento che si avvicinano all’euro ”, sono le cifre dell’allarme lanciato dalla Coldiretti per la manifestazione di protesta che ha portato a Roma 1.000 pastori, giunti a Roma insieme al presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini nell’incontro con Governo e Regioni al Ministero delle Politiche Agricole per la presentazione delle misure messe a punto contro la crisi della pastorizia.
I pastori - sottolinea la Coldiretti - sono arrivati a Roma da Sardegna, Lazio, Toscana, Sicilia, Umbria, Basilicata e altre Regioni italiane insieme ad un colorato gregge formato da pecore, montoni e agnellini che ha pascolato, per la prima volta, davanti al Ministero delle Politiche Agricole, con tanto di stalla e sala di mungitura. Secondo la Coldiretti, potrebbe essere stata l’ultima occasione per vedere la rustica pecora sarda, la pecora Sopravissana dall’ottima lana, la pecora comisana con la caratteristica testa rossa o quella massese dall’insolito manto nero che rappresentano un patrimonio di biodiversità il cui futuro è minacciato da un concreto rischio di estinzione. La Rustica Sarda, che si narra discenda dal muflone del Gennargentu, rappresenta oggi il 40 per cento dell’ intera popolazione ovina nazionale, mentre le origini della Comisana, nota per la testa di colore rosso, sono legate alla Sicilia e al Mediterraneo. E se - continua la Coldiretti - la Sopravissana, diffusa nel Centro Italia, è nota soprattutto per la lana di ottima qualità, oltre che per la sua versatilità, la Massese, tipica della Versilia, si riconosce soprattutto per il manto nero, che ne fa l’unico esempio del genere tra tutte le razze ovine. L’allevamento ovi-caprino - sottolinea la Coldiretti - è un’attività che, concentrata nelle zone svantaggiate, è ad alta intensità di manodopera. Il settore - tornando a parlare di cifre - ha registrato un incremento dei costi, in particolare per il combustibile, l’elettricità e i mangimi, determinando una ulteriore pressione su una pastorizia che già versa in una situazione critica sul piano della competitività. Dalla mungitura quotidiana di una pecora si ottiene in media 1 litro di latte che viene pagato fino a 60 centesimi al litro con un calo del 25% sul 2008 e ben al di sotto dei costi di allevamento che si avvicinano all’euro. E non va meglio per la lana con i costi di tosatura e di smaltimento che superano notevolmente i ricavi o per la carne quando solo a Pasqua - riferisce la Coldiretti - quella venduta dall’allevatore a 4 euro al chilo viene rivenduta dal negoziante a 10-12 euro al chilo. In Italia - sottolinea la Coldiretti - sono stati prodotti nel 2009 oltre 61 milioni di chili di formaggi pecorini dei quali oltre la metà a denominazione di origine (Dop). All’esportazione sono andati ben 16 milioni di chili, nel 2009, secondo lo studio della Coldiretti che evidenzia peraltro un calo del 10% nell’export di pecorino, nei primi 5 mesi 2010, dovuto anche alla diffusione sui mercati esteri di prodotti di imitazione concorrenti (ad esempio, il Romano cheese, venduto in Usa) che sfruttano impropriamente l’immagine del Made in Italy. Nella produzione Made in Italy a denominazione di origine, che è calata nel 2009 del 10%, a fare la parte del leone - continua la Coldiretti - è il Pecorino Romano Dop che copre l’80%, ma hanno ottenuto la protezione comunitaria come denominazioni di origine anche il pecorino Sardo, il Siciliano e il Toscano e quello di Filiano oltre al Fiore Sardo ed al Canestrato Pugliese. Il pecorino - conclude la Coldiretti - è uno dei formaggi italiani più antichi: veniva prodotto già nella Roma imperiale e faceva parte delle derrate dei legionari, ma è probabile che le sue origini siano ancora più antiche, vista la diffusione delle pecore sul nostro territorio”.

Focus - Coldiretti: “falsi” 2 pecorini su 3, -32 % export in Usa
Sono “false” 2 fette di pecorino su 2 vendute negli Stati Uniti dove le imitazioni prevalgono a scapito del prodotto originale proveniente dall’Italia, come purtroppo avviene anche in altri paesi europei ed extracomunitari. Emerge da un’analisi della Coldiretti presentata dal presidente nazionale Sergio Marini nell’incontro con Governo e Regioni per la presentazione delle misure messe a punto contro la crisi della pastorizia al Ministero delle Politiche Agricole dove i pastori hanno portato tutti i differenti tipi di pecorino prodotto nelle diverse regioni italiane, da quello romano a quello siciliano, dal toscano al siciliano fino a quello sardo e di filiano.
La presenza di prodotti pecorini “taroccati” sui mercati internazionali è una causa importante della crisi del settore poiché è destinato all’esportazione circa un quarto dell’intera produzione nazionale, per un volume che, nel 2009, è stato di ben 16 milioni di chili.
Negli Stati Uniti i prodotti di imitazione stanno prendendo progressivamente il posto di quelli originali in arrivo dall’Italia, con un crollo del 32% delle esportazioni di pecorino e fiore sardo in valore nel primo semestre del 2010, secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat. Ad avvantaggiarsene sono i “falsi” realizzati negli Stati del Wisconsin, California e New York, venduti ad esempio con il nome di “romano” cheese, ma anche quelli importati dall’estero, soprattutto dall’Europa, che utilizzano nomi di fantasia. E’ il caso della società Lactitalia che esporta in Usa e in Europa e produce in Romania formaggi di pecora venduti con marchi che richiamano al Made in Italy come Toscanella, Dolce Vita e Pecorino. Una società di proprietà della Simest, controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico, e dei Fratelli Pinna attraverso la Roinvest con sede a Sassari, con amministratori, tra gli altri, Andrea Pinna, che è vicepresidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano, e Pierluigi Pinna, consigliere dell’organismo di controllo dei formaggi pecorino Roma, Sardo e Fiore Sardo Dop, che dovrebbero promuovere il vero pecorino e combattere la concorrenza sleale e le contraffazioni.

Focus - Contro la crisi del settore ovicaprino, importanti misure nazionali
Oggi nel Palazzo dell’Agricoltura tavolo per la crisi del settore ovicaprino. All’incontro hanno partecipato i principali attori della filiera: le Regioni maggiormente toccate dal problema e i vertici del Ministero delle Politiche Agricole. Del mondo associativo erano presenti Cia, Copagri, Coldiretti, Confagricoltura, Unci, Confeuro, Centrali Cooperative, Assolatte e Consorzio di tutela del pecorino romano Dop. Per le Regioni gli assessori all’agricoltura e della Sardegna Andrea Prato, l’Assessore della Regione Siciliana Elio d’Antrassi e quello della Toscana Gianni Salvadori. Sono state esposte le risultanze del lavoro della task force.
Le misure in discussione sono:
Stato di crisi
Sulla possibilità di richiedere lo stato di crisi da parte delle Regioni, è stato assicurato che, a fronte di una richiesta esplicita delle Regioni stesse, sarà cura del Ministero richiederne il riconoscimento in Consiglio dei Ministri.
Prezzo del latte
E’ stata decisa la convocazione del tavolo interprofessionale per l’8 ottobre. Il tavolo è finalizzato a verificare la possibilità di un accordo di filiera relativo alla definizione dei criteri per la fissazione del prezzo del latte.
Aiuti agli indigenti
Per quanto riguarda gli aiuti agli indigenti il Ministero, tenendo conto del programma 2011, prevede di stanziare almeno 14 milioni di euro per acquistare Formaggio Pecorino da destinare ai poveri, con un +40% suall’attuale dotazione.
Aiuti ai Paesi in via di sviluppo
Per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo è stata assicurata una disponibilità da parte del Ministero degli Esteri. Ma una simile disponibilità resta subordinata ad un commisurato impegno finanziario da parte delle Regioni. Disponibilità che era stata data in sede di tavolo tecnico dalla Regione Sardegna (12 milioni di Euro) e che oggi sembra essere venuta meno.

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