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I COSTI “SOFFOCANO” LE IMPRESE AGRICOLE. GRAVANO GLI ONERI CONTRIBUTIVI, IL PESO DELLA BUROCRAZIA È SEMPRE PIÙ OPPRIMENTE E MANCANO SOSTEGNI PER LE AZIENDE IN DIFFICOLTÀ. LA CIA LANCIA L’ALLARME: “MIGLIAIA DI AGRICOLTORI RISCHIANO DI ABBANDONARE”

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I costi soffocano le imprese agricole

I costi delle imprese agricole sempre più alle stelle. Tra mezzi di produzione (concimi, mangimi, sementi, antiparassitari, gasolio), oneri contributivi e burocratici, siamo in presenza di un peso insostenibile. In 10 anni, dal 2000 ad oggi, si è assistito a rincari considerevoli. Per alcuni prodotti i prezzi pagati dall’agricoltore sono praticamente triplicati. Tra questi, soprattutto la “voce” energia ha inciso in modo grave sulla gestione aziendale.

Una situazione allarmante che, sommata ai prezzi non remunerativi sui campi, diventa esplosiva e rischia di trascinare nel baratro migliaia di aziende che non riescono più a stare sul mercato. Il campanello d’allarme è il crollo dei redditi, che nel 2009 sono stati “tagliati” di oltre un quarto, e che nel 2010 dovrebbero scendere tra il 4% e il 6%. La denuncia viene dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, che rinnova la sua vibrante richiesta affinché vengano prese misure realmente incisive, a cominciare dall’“accisa zero” per il gasolio per le serre. Un’agevolazione, del resto, come quella per i benzinai inserita nel decreto “Milleproroghe”. D’altra parte, i dati parlano da soli.

Nello novembre 2009 - come conferma anche l’Ismea - il fattore costi produttivi ha segnato una nuova crescita: +3,9% rispetto allo stesso periodo del 2009. Un aumento - rileva la Cia - sul quale ha influito pesantemente, in particolare, il rincaro dei prezzi dei prodotti energetici (+4,1%) e dei mangimi (+13,9%). Incrementi, anche se più contenuti, si sono registrati per gli antiparassitari (+0,2%) e per le sementi (+1,8%). Oggi i costi produttivi - avverte la Cia - incidono nella gestione aziendale agricola, in media, tra il 60% e l’85%. Solo nel 2009 l’incremento, secondo le ultime stime, è stato del 9% sul 2008; mentre, per il 2010, l’incremento dovrebbe oscillare tra il 5% e il 7%. Non solo. A questi aumenti, che negli ultimi anni hanno frenato l’attività imprenditoriale con un crescendo impressionate, si devono aggiungere, nonostante la fiscalizzazione per le zone svantaggiate e di montagna (una misura che è stata confermata con la legge di stabilità), anche gli oneri previdenziali (in poco meno di due anni sono cresciuti del 26%) e quelli di carattere burocratico. Oneri pesanti che si traducono in un forte ostacolo alla crescita economica delle imprese, con incidenza negativa notevole sull’occupazione e la competitività.

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