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SALUTE: CONSUMARE TROPPI ALIMENTI O BEVANDE “SUGAR FREE” POTREBBE COMUNQUE FAR SUPERARE LA DOSE GIORNALIERA ACCETTABILE DI ZUCCHERI (ADI) STABILITA DAL GRUPPO DI ESPERTI SCIENTIFICI. LO AFFERMA L’EFSA-L’AUTORITA’ EUROPEA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE

Anche nelle diete ipocaloriche il troppo stroppia. I forti consumatori di alimenti senza zucchero o a ridotto valore energetico, ad esempio alcune bevande aromatizzate e dolciumi contenenti dolcificanti glicosidi steviolici, “potrebbero comunque superare la dose giornaliera accettabile (Adi) stabilita dal gruppo di esperti scientifici, se i dolcificanti vengono utilizzati ai livelli massimi”. Lo afferma l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), rivedendo così la sua precedente valutazione dell’esposizione dei consumatori ai dolcificanti glicosidi steviolici.

Nell’aprile 2010 la valutazione dell’Efsa sulla sicurezza e l’esposizione dei consumatori indicava che alcuni adulti e bambini potrebbero superare la dose giornaliera accettabile di 4 mg per kg di peso corporeo al giorno (mg/kg p.c./giorno) in caso di uso dei dolcificanti ai livelli di impiego massimi proposti dai richiedenti. La Commissione europea, pertanto, ha chiesto all’industria di rivedere gli impieghi proposti per le sostanze. Per garantire che l’uso di questi dolcificanti sia sicuro per i consumatori, la Commissione europea ha in seguito richiesto all’Efsa di condurre una nuova valutazione dell’esposizione sulla base degli impieghi rivisti proposti.

L’Authority ha calcolato l’esposizione ai glicosidi steviolici contenuti in varie categorie di alimenti tra cui bevande analcoliche aromatizzate che, osserva l’Efsa, “viste le abitudini di consumo alimentare, sarebbero tra le principali fonti di esposizione ai glicosidi steviolici sia per gli adulti che per i bambin”. Per i forti consumatori le stime di esposizione riviste ai glicosidi steviolici restano superiori all’Adi stabilita di 4 mg per kg di peso corporeo. Per i bambini europei (di età compresa tra 1 e 14 anni) l’esposizione varia da 1,7 a 16,3 mg/kg p.c./giorno; e per gli adulti le stime di esposizione riviste variano da 5,6 a 6,8 mg/kg p.c./giorno.

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