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BERE UN VINO DELL’ANTICO EGITTO? OGGI SI PUÒ, CON I NETTARI PRODOTTI IN MEDIO ORIENTE. FATTI CON METODI ANTICHISSIMI E VITIGNI MILLENARI, I VINI DELL’ANTICHITÀ SONO POCO CORPOSI, MINERALI E CON NOTE DI TERRA ...

Italia
Scena di vendemmia dell'antico Egitto

Gli storici hanno indicato il Medio Oriente come la culla dei vini più antichi. E alcuni di quei vini li possiamo portare, ancora oggi, sulle nostre tavole. Tendenza intrigante, quella che viene dal Medio Oriente: d’altronde è lì che - 5.000 anni fa - è nato il vino, come testimoniano i più recenti ritrovamenti archeologici in Egitto (iscrizioni funebri e reperti fossili nelle giare). In tutta l’area, ancora oggi si producono nettari coniugando tecniche antichissime con le nuove tecnologie, all’insegna della sperimentazione e, soprattutto, si utilizzano vitigni millenari, come l’Obaideh (antenato dello Chardonnay) ed il Merwah libanesi. Si tratta di vini di medio corpo, dominati da note di terra, piuttosto minerali sia i bianchi che i rossi, tanto che non è facile distinguerli in una degustazione ad occhi bendati. Di gusto meno “aggressivo” rispetto ai rossi francesi e meno fruttati dei vini californiani, i vini “del mondo antico” hanno sapori non ben decifrabili secondo i canoni moderni. Dove si trovano queste “perle di storia”? Soprattutto in Israele, dove il vino è radicato nella cultura, ma si possono scovare anche in Libano, nei vini Chateau Musar. Insomma, qui il passato ritorna. Nel bicchiere.

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