02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

A 10 ANNI DALL’EMERGENZA “MUCCA PAZZA”, I CONSUMI DI PRODOTTI TIPICI DEGLI ITALIANI SONO AUMENTATI DEL 650% RAGGIUNGENDO I 7,5 MILIARDI DI EURO DI VALORE: COLDIRETTI E FONDAZIONE UNIVERDE FANNO UN RESOCONTO SUL CAMBIAMENTO DEI CONSUMI DEGLI ITALIANI

Non Solo Vino
Ecco gli hamburger made in Italy

L’emergenza “mucca pazza” ha contribuito a spingere nei dieci anni successivi i consumi di prodotti tipici degli italiani che sono aumentati del 650% per un valore che ha raggiunto i 7,5 miliardi di euro. Emerge dall’incontro “Mucca pazza: dieci anni dopo”, promosso dalla Coldiretti e dalla Fondazione Univerde, oggi, 9 marzo, a dieci anni dal varo delle misure emergenziali nazionali, che ha evidenziato come nello stesso periodo si sia verificato il raddoppio del numero di prodotti a denominazioni di origine protetta (Dop/Igp) nazionali riconosciuti dall’Unione Europea che ha consentito di sorpassare la Francia e di conquistare la leadership europea con gli attuali 221 prodotti tutelati.

“La mucca pazza è stata uno spartiacque tra un modello di sviluppo dell’agroalimentare rivolto solo al contenimento dei costi ed uno attento alla qualità, all’ambiente e alla sicurezza alimentare che si è affermato e ha permesso all’Italia di conquistare la leadership in Europa - afferma il presidente della Coldiretti, Sergio Marini - a cambiare è stato anche il modello di consumo che si è arricchito dei valori della eticità, della sostenibilità, della qualità e della sicurezza. Il cibo - precisa Marini - per il produttore non è più solo costo e per il consumatore non è più solo prezzo. Una svolta che è stato sostenuta anche dalla Riforma della Politica Agricola europea che dovrà presto affrontare nuovi e decisi cambiamenti”.

“Dall’emergenza mucca pazza è emersa dunque - sottolinea la Coldiretti - un’agricoltura rigenerata attenta alla qualità delle produzioni, alla salute, all’ambiente e alla tutela della biodiversità come dimostra il fatto che, dopo aver rischiato l’estinzione, si è verificato un aumento record del 39% negli ultimi dieci anni degli esemplari di bovini appartenenti alle cinque storiche razze italiane con la presenza sul territorio nazionale di 147.000 animali iscritti al libro genealogico allevati in 5.366 stalle italiane. Di fatto la mucca pazza ha determinato un deciso cambiamento dell’allevamento italiano e “salvato dall’estinzione” - continua la Coldiretti - l’intero patrimonio di razze bovine made in Italy come la maestosa chianina che ha avuto il più elevato tasso di crescita e può ora contare su 46.553 esemplari, ma anche la romagnola (15.416 animali), la marchigiana (52.344), la podolica (23.370) e la maremmana (9.212) il cui numero era sceso progressivamente fino al 2000 in tutta la penisola”.

“La decisa svolta nei consumi e nella produzione verso sistemi di produzione più sostenibili è confermato dal fatto - sostiene la Coldiretti - che il fatturato dei prodotti biologici in 10 anni è triplicato passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli oltre 3 miliardi di euro attuali mentre si è più che dimezzata la presenza di residui chimici nella frutta e verdura, con i campioni di frutta e ortaggi irregolari che sono scesi dal 2% del 2000 ad appena lo 0,8% attuali, rispetto alla media del 3,5% a livello europeo secondo il rapporto sul “Controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale” del ministero della Salute. Un risultato sostenuto da un sistema nazionale di controllo da primato con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010, secondo la Coldiretti. Tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Controllo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si aggiunge l’attività degli organismi privati.

Con l’emergenza mucca pazza è anche iniziato in Italia un percorso, sostenuto dalla Coldiretti, per garantire la rintracciabilità delle produzioni dal campo alla tavola con un adeguato sistema di etichettatura di origine che ha portato, in dieci anni, all’obbligo di indicare la provenienza dal 1 gennaio 2002 per la carne bovina, all’arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all’obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, dall’obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all’etichetta del pollo Made in Italy dal 17 ottobre 2005, all’etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008 che è divenuta obbligatoria anche per l’extravergine di oliva dal 1 luglio 2009. Ad oggi tuttavia – precisa la Coldiretti - circa la metà della spesa resta anonima in attesa dell’attuazione della legge nazionale sull’obbligo di indicare l’origine in etichetta, approvata il 18 gennaio 2001, che prevede l’emanazione di decreti per i singoli prodotti ancora mancanti.

L’esperienza mucca pazza provocata dagli effetti dell’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame, a lungo suggerito dal mondo scientifico, ha anche rappresentato - conclude la Coldiretti - un precedente importante per l’attuazione del principio della precauzione nell’introduzione di nuove tecnologie nell’ambito alimentare che di fatto ha contribuito ad evitare contaminazioni da Ogm (Organismi Geneticamente Modificati) nell’agricoltura italiana.

Focus - Effetto mucca pazza sulle tavole degli italiani dopo dieci anni

+650% consumo di prodotti tipici per un valore di 7,5 miliardi

+200% consumo di prodotti biologici per un valore di 3 miliardi di euro

+63% quantità di carne chianina consumata

-60% residui chimici irregolari in frutta e verdura

50% della spesa con etichettatura di origine

Fonte: elaborazioni Coldiretti

Focus - La leadership nei prodotti dop/igp conquistata dall’Italia (2000, 2004, 2011)

Italia - 103, 142, 221

Francia - 118, 141, 182

Totale - 547, -, 1000

Fonte: elaborazioni Coldiretti

Focus - I cibi con l’etichetta con l’origine sulle tavole degli italiani

Cibi con l’indicazione di provenienza

Carne di pollo e derivati

Carne bovina

Frutta e verdura fresche

Uova

Miele

Passata di pomodoro

Latte fresco

Pesce

Extravergine di oliva

E quelli senza

Pasta

Carne di maiale e salumi

Carne di coniglio

Frutta e verdura trasformata

Derivati del pomodoro diversi da passata

Formaggi

Derivati dei cereali (pane, pasta)

Carne di pecora e agnello

Latte a lunga conservazione

Fonte: elaborazioni Coldiretti

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli