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COLDIRETTI: EXPORT ALIMENTARE MADE IN ITALY AL TOP (+ 13% NEL 2011) L’ORTOFRUTTA FRESCA CON UN AUMENTO DEL 21% IN VALORE, RAGGIUNGE I 4,1 MILIARDI DI EURO E SORPASSA IL VINO DIVENTANDO LA PRINCIPALE VOCE POSITIVA DELLA BILANCIA AGROALIMENTARE

Boom delle esportazioni alimentari made in Italy nel 2011: il valore delle esportazioni è aumentato in valore del 13% a gennaio 2011 e conferma il trend positivo fatto registrare lo scorso anno, quando è stato raggiunto il valore massimo di sempre a 27,7 miliardi di euro. Emerge da un’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat, nella quale si precisa che il risultato del 2010 è il frutto di esportazioni effettuate per la grande maggioranza nei paesi dell’Unione Europea per un valore di 19,3 miliardi (+11,2%), ma anche negli Stati Uniti per 2,2 miliardi (+10%) e nei mercati emergenti come quelli asiatici con 1,8 miliardi dove si è avuto l’incremento maggiore con un + 20%. A crescere all’estero sono tutti i principali settori del Made in Italy, ma il prodotto più esportato è diventato - sottolinea la Coldiretti - l’ortofrutta fresca che, con un aumento del 21% in valore, raggiunge i 4,1 miliardi di euro e sorpassa il vino diventando la principale voce positiva della bilancia agroalimentare.

“Aumenta peraltro anche il vino che - continua la Coldiretti - raggiunge il valore record di 3,9 miliardi con una crescita del 12% mentre formaggi e latticini crescono del 15% per un valore di 1,7 miliardi e l’olio del 14% a 1,1 miliardi. Sostanzialmente stabili - precisa la Coldiretti - le esportazioni di pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 1,8 miliardi. Tra i singoli prodotti positive - continua la Coldiretti - sono soprattutto le performance di quelli a denominazione di origine come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che mettono a segno un aumento record del 26% sui mercati mondiali, ma anche il prosciutto di Parma che ha ottenuto nel 2010 il miglior risultato di sempre con un rilevante effetto traino per l’intero settore. Il 2010 è stato un anno record per l’export del Prosciutto di Parma che ha registrato un incremento del 9,5% ottenendo il miglior risultato di sempre con 2.256.000 di prosciutti per un valore di 200 milioni di euro che hanno varcato i confini nazionali raggiungendo le tavole di oltre 80 Paesi del Mondo. Il risultato positivo non si è però trasferito negli allevamenti che si trovano in grave difficoltà per effetto del rincaro delle materie prime che ha fatto aumentare del 19% in più per riempire le mangiatoie degli animali mentre i prezzi di vendita dei maiali si riducono”.

“Un onere che - sostiene la Coldiretti - si aggiunge alle difficoltà determinate negli allevamenti italiani dagli effetti insostenibili della direttiva nitrati, dai tagli all’assistenza tecnica degli allevamenti per la riduzione dei trasferimenti pubblici alle associazioni allevatori e dal furto di valore e immagine che subisce la produzione Made in Italy a causa delle distorsioni lungo la filiera e delle importazioni di prodotti dall’estero spacciati come nazionali. A rischio c’è l’intero sistema degli allevamenti italiani, a sostegno del quale la Coldiretti è impegnata nella “vertenza zootecnia”. Tra le richieste, la revisione delle zone vulnerabili per la direttiva nitrati e l’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza a partire dal latte e formaggi fino a carne e salumi derivati dai suini”.

“L’inganno del “falso” Made in Italy sugli scaffali - conclude la Coldiretti - riguarda due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere”.

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