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VINO & MERCATI: DAGLI USA ALLA CINA, LA CRESCITA DEI CONSUMI PASSA DAI “GIOVANI”. A WINENEWS, PARLA RICHARD HALSTEAD, ALLA GUIDA DI “WINE INTELLIGENCE”, UNA DELLE PIÙ AUTOREVOLI AGENZIE DI RICERCHE DI MERCATO DEL VINO NEL MONDO

Una crescita di consumi guidata dai giovani: ecco l’aspetto che unisce due mercati fondamentali per il vino italiano (e non solo) di oggi e di domani, quelli di Usa e Cina. Negli States il target è quello degli under 45, sotto la Grande Muraglia addirittura i 35enni, “e questo è eccitante dal punto di vista dell’industria del vino, perché porterà a dei picchi di consumo quando queste persone saranno più mature e conosceranno meglio il vino”. Parola di Richard Halstead, chief operating officer di Wine Intelligence, tra le più autorevoli agenzie di ricerche di mercato del vino nel mondo. “E se a questo - spiega a WineNews - si aggiunge che la popolazione Usa sta ancora crescendo, e che quella cinese che può comprare vino sta praticamente esplodendo, le prospettive sono entusiasmanti”.

Anche perché, ricorda Halstead, il mondo sta ancora producendo più vino di quanto ne possa bere, e anche Paesi in cui la produzione era marginale o inesistente stanno investendo in vigna, come la stessa Cina o l’India. Ma se i giovani sono il trait d’union, tantissime sono le differenze: “in Usa c’è una cultura piuttosto forte del bere vino e, al di là dei problemi attuali, un’economia storicamente molto forte. E questi fattori aiuteranno ad andare verso una crescita più costante e sostenuta nelle vendite di vino nei prossimi 10-20 anni. La Cina ha dinamiche diverse, c’è una crescita davvero forte in termini economici, ma bisognerà vedere se questa sarà sostenibile anche in termini di mercato. Mercato cinese che potrebbe inflazionarsi rapidamente, perché se c’è stata un’affermazione chiara della cultura del bere negli ultimi 20 anni, e ora questa si sta consolidando, la domanda è: cosa berranno i cinesi? Vini prodotti in Cina o vini importati? Anche perché in criteri di scelta del vino sono diversissimi: in Usa vince il vitigno, poi viene il brand. In Cina, dove c’è anche un problema linguistico, e spesso è difficile tradurre le informazioni in caratteri cinesi, la prima cosa è il prezzo, poi c’è il Paese di provenienza, spesso comunicato con un bandierina facilmente comprensibile”.

Insomma il terreno è fertile, ma bisogna darsi da fare (e in fretta) per coltivarlo affinché dia buoni frutti.

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