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“IN QUESTO MOMENTO DI CRISI, IL MODELLO PRODUTTIVO AGRICOLO PUÒ FARE DA TRAINO AGLI ALTRI SETTORI, SOPRATTUTTO SE SI CONTINUA A PUNTARE SULLA QUALITÀ DEL MADE IN ITALY E SULLA TRADIZIONE”. COSÌ IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE, SAVERIO ROMANO

“Il dramma non è quello della globalizzazione, e la competitività della nostra produzione nei mercati internazionali. I drammi odierni sono quelli della volatilità dei capitali, della fragilità dei sistemi economici, di un mercato dei capitali senza regole e di una politica che ha abdicato in favore della finanza. L’obiettivo oggi è quello della difesa della nostra valuta, dell’economia europea, dell’euro, ponendoli al riparo da manovre speculative. Vi è da rilanciare la dimensione glocal dei nostri assetti produttivi e il mondo dell’agricoltura è fatto da tante piccole e medie imprese che devono essere sostenute”. Così il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Saverio Romano alla Libera Università della Politica a Filaga (Palermo). “Vi è un modello produttivo, come quello agricolo, - aggiunge Romano - che merita attenzione e che può fare da traino agli altri settori, soprattutto se si continua a puntare sulla qualità del Made in Italy e sulla nostra tradizione”.

“In questo difficile quadro l’agricoltura sta dimostrando una “tenuta” che non può non essere letta come un segnale importante. Le ultime previsioni dell’Istat confermano infatti l’aumento su base annua del valore aggiunto della produzione agricola. Proprio per questo, in un periodo di forti tensioni sociali, l’agricoltura - prosegue Romano - può tornare a svolgere un ruolo determinante per unire il Paese, così come già accaduto 150 anni fa, quando questo comparto rappresentò la colonna portante del processo di unificazione. Non dobbiamo comunque nasconderci dietro a dati sostanzialmente anticiclici, ma, anzi, da questi dobbiamo trarre maggior coraggio e convinzione nella ricerca di soluzioni più efficaci e concrete per superare limiti e difficoltà. Credo - continua Romano - che il migliore esempio in questo senso sia la legge sull’esdebitazione per le imprese agricole, un provvedimento, il primo dal ‘42, che le mette nelle condizioni di ristrutturare i debiti con lo Stato e nei confronti del sistema bancario, uscendo così da una situazione che rischiava di paralizzare l’intero comparto. In questo modo aiutiamo gli imprenditori - conclude il Ministro - a uscire da una fragilità che era diventata strutturale: si tratta di un provvedimento che riguarda 980.000 aziende agricole su 1.620.000, di cui ben 700.000 nel Mezzogiorno d’Italia”.

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