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COLPITA DA GRAVI DIFFICOLTÀ (A PARTIRE DAL TAGLIO DEI SOSTEGNI COMUNITARI), LA FILIERA DEL TABACCO È AL CENTRO IN UMBRIA DEL PROGETTO CON IL BAT-BRITISH AMERICAN TOBACCO

18 miliardi di euro è il valore delle vendite in Italia, 173 milioni di euro quello dell’indotto, con una manodopera che sfiora i 210.000 addetti. Su scala regionale, l’Umbria, con una superficie coltivata di 6.500 ettari e 450 produttori, è la seconda regione per quantità di tabacco bright prodotto (19.000 tonnellate) pari al 43% della produzione nazionale di tale varietà. Ecco la fotografia della filiera del tabacco in Italia, un settore in forte difficoltà a partire dal taglio dei sostegni comunitari, al centro proprio in Umbria, del progetto “Prevenzione, sicurezza, formazione per una filiera tabacchicola di eccellenza”, che vede il coinvolgimento di Confagricoltura, Cia, Fat-Fattoria Autonoma Tabacchi, Bat-British American Tobacco, in accordo con i sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl, Uil), “un ulteriore contributo verso la crescita di efficienza della filiera italiana - sottolinea il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - nonostante stia vivendo un periodo di particolare difficoltà”.

Guidi ribadisce le preoccupazioni della sua organizzazione e di tutta la filiera del tabacco per il venir meno dei sostegni comunitari al settore, che rischia di aggravare ulteriormente la situazione, come anche il processo di revisione della Direttiva Europea che lo riguarda che, tra le altre cose, prevede il divieto di utilizzo degli ingredienti (riequilibrare il sapore del tabacco e re-integrare gli zuccheri persi durante il trattamento della foglia) e l’introduzione del pacchetto generico di sigarette (con l’obbligo di uniformare, standardizzandolo, l’involucro).

L’orientamento comunitario non piace assolutamente a Confagricoltura: “il divieto di utilizzo di ingredienti renderebbe praticamente inutilizzabile il tabacco coltivato in alcune zone dell’Italia - spiega il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli - l’introduzione del pacchetto generico determinerebbe una forte riduzione del valore dei prodotti, limitando notevolmente gli sbocchi commerciali al tabacco italiano che già, per i maggiori costi di produzione, risulta essere meno competitivo rispetto ad altri. Le proposte della Commissione, se fossero accolte, oltre a determinare un notevole aumento del contrabbando e delle contraffazioni, metterebbero a rischio - conclude Guidi - l’esistenza della filiera del tabacco in Italia che occupa migliaia di addetti”.

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