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ONU: UN TERZO DEL CIBO PRODOTTO NEL MONDO VIENE SPRECATO PER 1,3 MILIARDI DI TONNELLATE, EQUAMENTE DIVISI TRA PAESI INDUSTRIALIZZATI (670 MILIONI DI TONNELLATE) E QUELLI IN VIA DI SVILUPPO (630 MILIONI DI TONNELLATE), SOPRATTUTTO ORTOFRUTTA

Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate, equamente divisi tra paesi industrializzati (670 milioni di tonnellate) e quelli in via di sviluppo (630 milioni di tonnellate), soprattutto ortofrutta, radici e tuberi commestibili. Lo afferma la Coldiretti sulla base dei dati Fao, nel commentare il rapporto su “Lo stato della popolazione del mondo”, stilato dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), secondo il quale il 31 ottobre la popolazione mondiale salirà a 7 miliardi per raggiungere il traguardo di 10 nel 2100.

Occorre intervenire - sottolinea la Coldiretti - per una più attenta gestione e distribuzione della produzione agricola e alimentare per combattere la povertà e la fame. Bisogna fermare le speculazioni che hanno provocato una insostenibile volatilità delle quotazioni dei prodotti agricoli che è causa della fame nel mondo e mette a rischio le coltivazioni e l’allevamento in molti Paesi.

Le quotazioni dei prodotti agricoli - denuncia la Coldiretti - sono infatti sempre più fortemente condizionate dai movimenti di capitale che con la crisi si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime come grano, mais e soia.

Il risultato - precisa la Coldiretti - è una insostenibile instabilità dei prezzi dei prodotti agricoli che dipende sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari. E’ già grave che il sistema della finanza, dell’economia di carta, si sia affermato sull’economia reale, ma - continua la Coldiretti - applicarlo anche al cibo significa far morire di fame la gente. La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato ad un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza che ha generato la crisi internazionale e ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi, come fosse un aspirapolvere o un frigorifero. Gli effetti drammatici, legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole, vanno dalle speculazioni sulle materie prime agricole al furto di milioni di ettari di terre fertili a danno dei Paesi più poveri, il cosiddetto land grabbing, fino alle grandi bugie sul potere salvifico degli organismi geneticamente modificati (Ogm), la cui diffusione sotto il pressing delle multinazionali è aumentata - continua la Coldiretti - insieme al numero degli affamati.

L’emergenza alimentare non si risolve con i prezzi bassi all’origine per i produttori perchè questi non consentono all’agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è più in grado di riprendersi anche in condizioni positive, conclude la Coldiretti - nel sottolineare che occorre investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero.

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