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DAL MIELE BRAILLE AI MAIALI ON LINE, DALLO YOGURT AL LATTE D’ASINA ALL’OSPEDALE CHE MANGIA A KM 0, ECCO LE ORIGINALI PROPOSTE DEI GIOVANI ITALIANI PER COMBATTERE LA CRISI: PAROLA DI COLDIRETTI. FOCUS: LE IDEE PIU’ CURIOSE

Dal miele con l’etichetta braille alla pasta 100% con grano italiano, dal maiale on line per salumi supervisionati al primo yogurt di latte d’asina per bambini intolleranti, dal vino dell’imperatore all’ospedale con menu a chilometri zero fino all’agricoltura che combatte la tratta degli schiavi, ecco le proposte più originali dei giovani italiani per combattere la crisi, “talenti sui quali il presidente del Consiglio Mario Monti può fare affidamento per il rilancio dell’economia italiana”: parola del presidente della Coldiretti Sergio Marini, che oggi a Roma, ha premiato le idee più curiose con gli “Oscar Green 2011”, il premio per l’innovazione dei Giovani della Coldiretti con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
“L’avvio entro tre mesi del piano di dismissioni dei terreni agricoli di proprietà pubblica a favore dei giovani agricoltori è - ha sottolineato Marini - un importante passo per eliminare i vincoli che impediscono di sfruttare le potenzialità dei giovani. Il costo dei terreni, che in Italia è piu’ elevato di Francia e Germania è infatti il principali ostacolo all’avvio di imprese in agricoltura dove oggi i giovani possono esprimere tutta la loro grande creatività”.

Focus - Le idee più curiose per combattere la crisi
Maiali on line per prodotti eccellenti
Manuele Ferri promuove il primo “grande fratello” nella sua stalla attraverso una web cam, consultabile anche tramite iPhone, rendendo i suoi maiali sorvegliati speciali dal primo giorno di vita in modo da garantire un’altissima qualità e assoluta tracciabilità ai suoi salumi. Nella sua stalla, che non teme occhi indiscreti, Manuele ha creato una vera e propria sala parto con le fattrici della razza Mora Romagnola, libere di muoversi in completa autonomia fino al momento della nascita dei maialini e il tutto è supervisionato da sofisticate telecamere controllabili da un pc o un telefonino, da qualsiasi parte del mondo. Successivamente la marchiatura avviene con un microchip che permette di risalire all’intero albero genealogico dei piccoli maiali, cosicché nulla possa sfuggire dalla sua tracciabilità. Acquistando i suoi salumi è possibile conoscere quindi anche il tipo di alimentazione, le attenzioni a loro riservate, tutti i controlli veterinari, l’igiene degli ambienti e persino la cura della stagionatura delle carni.

Il miele solidale utilizza il linguaggio braille
L’azienda apistica di Gianni Infantino è una realtà imprenditoriale che parla di solidarietà, di esperienze come quella tattile del linguaggio braille stampato sull’etichetta del suo miele e su un libro “La città perfetta” che, attraverso le illustrazioni tattili, racconta il fantastico mondo delle api, anche ai ciechi. L’azienda di Gianni è un’impresa itinerante tra il cuore di Tolve e le vette della Basilicata dove sono collocate le arnie. Un territorio accogliente, dove c’è spazio per una agricoltura che guarda al passato come tradizione, ma anche al futuro come attenzione ad un mondo particolare come quello dei ciechi. L’azienda oggi conta 100 arnie per 30 quintali di miele all’anno, un ciclo impegnativo e avventuroso che punta su un’agricoltura coinvolgente dove conoscenza, qualità e solidarietà sono componenti i portanti che rendono il lavoro dell’impresa agricola indispensabile.

Il vino dell’imperatore
L’azienda vitivinicola di Erika Pedrini si trova nel cuore della Valle dei Laghi, a nord di Riva del Garda in Trentino. Qui prende vita una storia che affonda le radici nell’impero Austro-Ungarico. Erika prende in mano l’azienda storica di famiglia, innesta prima nel terreno, poi nei calici, quelli che erano i vini dell’imperatore, dal Negrara al Franconia, al Groppello. Se i suoi piedi si impiantano tra le viti, la sua mente viaggia lontano, alla ricerca di nuovi mercati dall’est all’ovest del pianeta. E quando i suoi piedi la portano lontano, è la sua testa a rimanere in cantina, come una dislocazione costante tra la capacità di fare impresa e la passione che vive chi vuole essere protagonista di una nobile storia. Così la cantina viene rivisitata e, grazie ad un "progetto verticale", viene scomposta su tre livelli, cosicché i passaggi del vino possano avvenire per caduta e non attraverso pompe idrauliche. Il risultato è l’ottimizzazione delle risorse, del rispetto dell’ambiente, oltre al risparmio di energia. Queste bottiglie oggi sono nelle cantine del Giappone, dell’Inghilterra, della Germania e di tanti altri Paesi del mondo. Messe insieme fanno il 60% della produzione dell’azienda Pravis, che accarezza i palati d’Oltralpe.

Arriva il primo yogurt di latte d’asina
Molti studi scientifici dimostrano che il latte di asina è l’alimento naturale di origine animale, con le caratteristiche più vicine al latte materno ed è molto utile per i bambini allergici al latte vaccino. ll sapore dolce lo rende inoltre gradevole e ben accetto, a differenza delle formule in commercio. Ma Cristian Merlo con la sua abilità è riuscito addirittura a produrre il primo yogurt con questo speciale alimento. Il latte di asina, infatti è un’ottima base per questa preparazione che si ottiene per coagulazione del latte, senza sottrazione di siero, grazie all’azione di microrganismi che devono mantenersi vivi e vitali fino al momento del consumo. Il latte che nasce nella sua fattoria viene dunque ogni giorno lavorato e trasformato ma anche consegnato a tutti i clienti direttamente dalle sue mani.

L’agricoltura mette le mani in pasta
Filippo Tramonti sapeva bene che bisognava ritornare al grano per trovare la chiave di volta di una agricoltura che voleva continuare ad essere protagonista e con gli imprenditori agricoli che ci hanno creduto hanno preso in mano l’intera filiera. Oggi è un consorzio che si riconosce nella punta di diamante della pasta Ghigi. Così si risolleva un progetto ed un indotto che rappresenta il sesto produttore nazionale con 500 mila quintali di pasta italiana, rigorosamente ogm free. Si riparte da dall’antico pastificio Ghigi, che viene rilevato e rilanciato. Qui si apre e qui si chiude il cerchio di una filiera agricola italiana i cui ingranaggi sono completamente affidati alle sapienti mani delle imprese agricole marchigiane, romagnole e toscane, in un sistema virtuoso di relazioni e laboriosità che oggi prefigura grandi margini di crescita e di successo.

I giovani sposano qualità e solidarietà
Elena Comollo insieme a Renato ed Emanuele è la fondatrice di una innovativa cooperativa agricola, molto attenta al sociale, retta da giovani produttori piemontesi che operano nel rispetto di un’agricoltura eco-compatibile, privilegiando la filiera corta e promuovendo il consumo di prodotti agricoli di stagione, i gruppi di acquisto e soprattutto il km0. Il loro contatto con la gente è stato il punto di partenza, ma è anche il punto di arrivo quotidiano quando al mattino preparano le ricette a base di ortaggi e frutta dei loro orti e al pomeriggio organizzano agricompleanni, agriaperitivi o agricene. E’ un brulicare di iniziative, un fiorire continuo di vivacità Agricopecetto, che giorno dopo giorno si nutre dell’energia positiva che emana la solidarietà.

L’ospedale mangia a km 0
L’ospedale sposa un progetto di rilancio e di valorizzazione del territorio. Pasti a chilometro zero, primizie del territorio nelle mense dell’ospedale, rispetto dell’ambiente e una forte intesa con l’impresa agricola locale per una scommessa di qualità. Una scommessa che vale un progetto antropologico prima ancora che imprenditoriale. Un modello dai grandi numeri: 4 miliardi di pasti in quattro anni per un milione di euro di prodotti locali acquistati presso le imprese agricole del territorio, 32 milioni di euro di fatturato per una realtà che conta 850 dipendenti: il successo di Amos. Un modello di iniziativa pubblica che oggi è considerato da esportazione. Nelle cucine ogni primizia: dagli ortaggi, alla carne, alla frutta, preparati con le ricette semplici di una tradizione piemontese da sempre organicamente in simbiosi con un territorio generoso che fa dell’impresa agricola locale un’eccellenza nota a tutto il mondo. Insomma c’è un orto nell’ospedale di Cuneo è c’è un progetto di agricoltura giovane, contemporanea e vincente, in una scommessa che restituisce ottimismo a chi sa come rilanciare il Belpaese.

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