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I SURGELATI CIBI PER SINGLE? FORSE UNA VOLTA, ADESSO SONO NELLE CASE DEL 92% DEGLI ITALIANI, E 7 SU 10 LI UTILIZZANO PIU’ DI UNA VOLTA A SETTIMANA, COME DIMOSTRA L’INDAGINE ASTAREA REALIZZATA PER L’ISTITUTO ITALIANO ALIMENTI SURGELATI

In passato si sosteneva che fossero i cibi per single, per chi non sa cucinare o per chi non ha mai tempo per niente: invece, i surgelati sono diventati il compagno indispensabile nella cucina praticamente di tutti, da che vive da solo alle famiglie numerose: a consumarli, sono il 92%, e 7 su 10 li utilizzano più di una volta alla settimana, sia come base per ricette raffinate sia per dare ai propri bimbi cibi “più sani e controllati”. A dirlo, è un’indagine Astarea, realizzata per l’Istituto italiano alimenti surgelati - Iias, che raccoglie marchi come Findus, Orogel e La Valle degli Orti (gruppo Nestlé).

Non è un caso, quindi, che nonostante il mercato alimentare stia segnando per il 2011 una riduzione, il comparto dei surgelati sia pressoché l’unico a segnare una crescita: “dalle nostre rilevazioni - spiega Vittorio Gagliardi, presidente Iias - sembra che il settore stia mantenendo le proprie posizioni, con un +0,8%. Nel comparto dei vegetali il dato interessante è per i prodotti preparati, dove c’è un +11%, ai quali i consumatori riconoscono un valore oggettivo che prescinde dal prezzo”. Anche il comparto del pesce segna una crescita del +4,5% globale, “a testimonianza del fatto che anche in un difficile momento economico l’italiano non rinuncia al consumo di pesce”. Le famiglie che ne consumano abitualmente, dice l’indagine, sono soprattutto quelle con figli piccoli, e l’incremento del consumo è avvenuto “proprio per quelle categorie più consigliate dai nutrizionisti, come i vegetali, con zuppe e minestroni al primo posto”. I vegetali, da soli, raccolgono infatti più del 40% del mercato. Infine, conclude Gagliardi, “non bisogna trascurare l’aspetto ecologico e dello spreco: solo il 2% dei prodotti surgelati finisce nella pattumiera, a fronte del 39% dei prodotti freschi, del 19% del pane e del 17% di frutta e verdura”.

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