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AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE, AMBIENTE: E’ “TRIPLA A” CHE SERVE AD ITALIA. I GIOVANI DI ISTITUTO COSTA DI LECCE SFIDANO LE AGENZIE DI RATING: “FUTURO NON È IN FINANZA MA NELL’ECONOMIA CONCRETA DELLE AZIENDE, IN AGRICOLTURA DA RILANCIARE CON I GIOVANI”

E’ una nuova sfida, forse ingenua, forse geniale, quella che parte da un gruppo di giovani che immaginano la ricchezza futura del meridione e dell’Italia intera in una “tripla A”, non quella decretata dalle agenzie di rating basata sulla solidità finanziaria, ma quella che viene fuori da Agricoltura, Alimentazione e Ambiente. Come dire, l’economia principale su cui bisogna lavorare ed investire non è quella finanziaria, fatta di mercati e borse, ma quella concreta e reale, fatta e prodotta quotidianamente dalle piccole e grandi imprese, industriali ed artigiane, che operano in uno dei comparti più promettenti e qualitativi che ci siano, l’agroalimentare, con un occhio particolare al pieno rispetto della sostenibilità. Il tutto attraverso un progetto che sta prendendo forma tra le aule dell’Istituto Tecnico Economico Costa di Lecce, articolato e ambizioso, e tra i cui obiettivi a medio e a lungo termine vi è il rilancio e la crescita dell’occupazione giovanile nell’agroalimentare, una sorta di “ritorno al futuro”, un ritorno alla terra promessa.
Perché, nella visione dei più giovani, le cui idee sono ben chiare, una possibile svolta nella crescita del Bel Paese può e deve avvenire attraverso: 1) il rilancio innovativo dell’agricoltura, dell’ittica e dei relativi prodotti; 2) la valorizzazione, promozione e commercializzazione in tutto il mondo del regime alimentare della Dieta Mediterranea “italiana”; 3) il rigoroso rispetto dell’ambiente.
Ma da dove sono partiti gli studenti? Da queste semplici riflessioni: a) per via del grave problema dell’obesità diffusa, i paesi anglosassoni (Gran Bretagna, Usa, Canada, Australia) e non solo, stanno cercando di correggere drasticamente le loro abitudini alimentari, indirizzando l’attenzione verso regimi alimentari più sani, tra cui primeggia la Dieta Mediterranea. Questo quindi è il momento giusto per alzare la mano e dire: “Noi italiani sappiamo come si fa, ne siamo la culla e l’epicentro”; b) tutti i centri di ricerca internazionali e gli studi in tema di nutrizione indicano senza ombra di dubbio nella Dieta Mediterranea la migliore da seguire per restare in salute e nutrirsi con gusto. Non ultimo, giusto un anno fa l’Unesco l’ha dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità e la notizia ha fatto il giro del pianeta; c) se la cultura della Dieta Mediterranea “esplodesse” e contagiasse il resto del mondo, tutti gli operatori dell’agroalimentare (produzione, trasformazione, commercializzazione) ed il Paese intero ne trarrebbero grandi benefici, aumenterebbe la domanda e, di conseguenza, il lavoro, possibilmente quello giovanile; d) se c’è una cosa che il mondo ancora stima dell’Italia e degli Italiani, questa è la sua “cucina” nel senso più alto del termine.
Nel concreto, il progetto ha un nome identificativo ed un nuovo marchio molto caratteristico che simboleggia salute e alimentazione italiana (in fase di registrazione) e sarà caratterizzato da una campagna di promozione ad hoc, principalmente attraverso il web e tutti i suoi strumenti, un “oceano”, il web, in cui i giovani sanno nuotare molto bene. A brevissimo l’annuncio ufficiale dell’iniziativa, completo di obiettivi, strategie e strumenti.
Intanto, per i giovani studenti, la domanda è questa: le istituzioni, amministrative e di categoria, e le aziende del comparto saranno disposte a dare “credito” (sia nel senso della credibilità che nel senso stretto del termine, con finanziamenti reali) ad un progetto ideato e condotto da giovani? O l’Italia continuerà ad essere sempre un paese in cui i “Steve Jobs” non potranno mai né nascere né crescere?.
Info: www.costa.clio.it

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