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AGRITURISMO PUNTA SU SPECIALIZZAZIONE E DISTRETTI E PROVA A SEDURRE NUOVI UTENTI. PIU’ AZIENDE AGRITURISTICHE, MA MENO PRESENZE E REDDITO MEDIO. L’ESPERTO BOSCHETTI: “SPECIALIZZARSI IN SERVIZI (PESCA, TREKKING, CICLOTURISMO, EQUITAZIONE)”

Giovane, magari donna, possibilmente integrata in un sistema di gestione famigliare di tipo flessibile e con un buon grado di acculturazione. È questo l’identikit dell’imprenditore agrituristico secondo Marco Boschetti, uno dei massimi esperti della materia in Italia (e uno dei relatori sull’agricoltura multifunzionale a Fieragricola, dal 2 al 5 febbraio 2012, www.fieragricola.it).
In uno scenario che vede crescere il numero di aziende agricole che si dedicano all’ospitalità rurale (16.872 realtà in tutta Italia a fine 2010, il 3,7% sul 2009) la strategia vincente è quella della diversificazione e della specializzazione. L’alloggio e la ristorazione, insomma, non bastano più. “Il dato su cui riflettere - osserva Boschetti - è proprio la forbice fra l’aumento degli agriturismi e la diminuzione, seppure lieve, delle presenze. Così come la diminuzione del giro d’affari medio per azienda che, nel 2010, si è assestato sui 52.000 euro, il 6,3% in meno sul 2009”.
Il concetto vincente resta quello della professionalità e della specializzazione elevata. “Il marchio “agriturismo”, di per sé, è ancora un marchio di tendenza e di elevato valore. Prendiamo ad esempio la vendita dei prodotti trasformati in agriturismo, valgono il 40% in più - prosegue Boschetti - rispetto alle produzioni agroindustriali”. La strada da percorrere è quella di offrire servizi diversificati, dai corsi di cucina alle gare di pesca, dal cicloturismo agli agri-asili, ma anche equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, ospitalità per famiglie con bambini, fattorie sociali.
A livello più generale, l’Italia è chiamata a percorrere esperienze già adottate in Francia, Austria e recepite nel nostro Paese solamente da alcune realtà come il Trentino Alto Adige, il Mantovano, il Comasco e cioè “sistemi di rete e di marketing territoriale in cui promuovere i distretti, anche all’estero, col sostegno delle istituzioni e delle organizzazioni professionali, ma anche con una presenza coordinata sul web”. Operazioni di distretto in chiave di agriturismo, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Fieragricola, porterebbero un aumento delle presenze e del reddito medio delle imprese di ospitalità rurale dell’ordine del 7%-12%.

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