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L’ORTOFRUTTA CHIUDE IL 2011 SOTTOTONO. DOPO UN’ESTATE DA POLLICE VERSO ANCHE L’INVERNO SEMBRA “NON DARE BUONI FRUTTI”: QUOTAZIONI CON SEGNO MENO SUL 2010. ARANCE -5%, MANDARINI -11%, MELE -5,5%, TENGONO LE CLEMENTINE. LA FOTOGRAFIA DELL’ISMEA

Non sembra un buon Natale per frutta e verdura, che chiudono il 2011 sottotono. Dopo un’estate da pollice verso anche l’inverno sembra “non dare buoni frutti”: segno meno delle quotazioni delle varietà invernali nel confronto sul 2010, -5% per le arance, -11% per i mandarini, mele a -5,5%, -26% su base annua per le patate. Tengono le clementine e in positivo radicchi, carote e carciofi. Ecco la fotografia del settore ortofrutticolo dell’Ismea (Dicembre 2011).

Alla prima fase di scambio, afferma l’Ismea, le arance, nonostante il periodo prenatalizio, sono state scambiate in media a 0,26 euro al chilo, circa il 5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011. Evidenti i ribassi anche per mandarini (-11%) e pere, che a 59 centesimi al chilo di media hanno perso oltre un terzo del valore rispetto al 2010, mentre tengono le clementine scambiate appena sotto la soglia dei 30 centesimi. Per le mele il collocamento sui mercati sta avvenendo in maniera regolare, anche se i prezzi perdono il 5,5% rispetto ai livelli del 2010.

Frequente il ricorso alla leva promozionale da parte della grande distribuzione, mentre all’estero le vendite stanno beneficiando, in questa fase, di una buona richiesta soprattutto dei buyer tedeschi. Questo scorcio di dicembre rivela alcune difficoltà anche sui mercati orticoli. Le quotazioni delle patate, spiega ancora l’Ismea, anche in conseguenza di una forte pressione dell’offerta dall’estero, mantengono un ampio divario negativo alla prima fase di scambio, confermato da riduzioni attorno al 26% su base annua. Al contrario, spuntano prezzi migliori rispetto all’anno scorso radicchi, carote, carciofi e, in misura minore, l’indivia. Tra gli orticoli in serra, conclude l’Ismea, la fotografia di dicembre mette in luce, al contrario, evidenti e generalizzati deprezzamenti, con maggiori penalizzazioni per zucchine e peperoni.

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