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MADE IN ITALY: ALL’ESTERO MENO IN TITOLI MA RECORD IN TAVOLA (30 MILIARDI DI EURO). NEL 2011 IL MASSICO STORICO NEL VALORE DELLE ESPORTAZIONI. VINO +25%, GRANA E PARMIGIANO REGGIANO +26%, OLIO DI OLIVA +9%, PASTA +7%

Nell’anno in cui lo spread è schizzato alle stelle a causa del mancato acquisto dei titoli di stato italiani da parte degli investitori esteri per il Made in Italy sulle tavole mondiali, invece, è stato raggiunto nel 2011 il massico storico di 30 miliardi nel valore delle esportazioni, per effetto di una crescita del 9%. Emerge da un’analisi Coldiretti, sulla base degli andamenti registrati nel commercio estero agroalimentare dall’Istat nei primi 9 mesi 2011.
“Le performance positive registrate sui mercati internazionali dal settore più rappresentativo dell’economia reale dimostra - ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini - che il Paese può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l’identità, la cultura e il cibo” nel sottolineare che “l’agroalimentare è una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo”.
Il risultato del 2011 - sottolinea la Coldiretti - è il frutto di esportazioni agroalimentari effettuate per la grande maggioranza nei paesi dell’Unione Europea dove si realizza 2/3 del fatturato estero complessivo con un crescita in valore dell’8 per cento, ma anche dell'aumento negli Stati Uniti (+10%) e nei mercati emergenti come quelli asiatici dove si è avuto l’incremento maggiore con un + 18% e si sono avvicinati in valore agli Usa.
A crescere all’estero - precisa la Coldiretti - sono stati i settori più tradizionali del Made in Italy come il vino che ha messo a segno un aumento record in valore del 25%, il formaggi a partire da grana e dal parmigiano reggiano che sono i più esportati con una crescita del 26% ma anche l’olio di oliva (+9%), la pasta (+7%) mentre rimane pressochè stabile l’ortofrutta.
Non mancano - continua la Coldiretti - risultati sorprendenti come ad esempio la crescita boom del 18 per cento nell’export della birra Italiana in Gran Bretagna, grande paese produttore di questa bevanda o la crescita record dello spumante in Russia che con un +40% si classifica addirittura al quarto posto tra i paesi esteri di destinazione ma anche l’incremento del 22% nelle esportazioni di formaggi italiani in Francia che è tradizionalmente molto nazionalista in questo campo.
L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale: All'estero - stima la Coldiretti - il falso Made il Italy a tavola fattura 60 miliardi di euro e sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone, ma in vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America, ma anche Pamesello in Belgio o Parmezan in Romania. Per non parlare del Romano, dell'Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane. E in alcuni casi sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. Un fenomeno che frena la diffusione del Made in Italy e che - precisa la Coldiretti - è causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili. I risultati positivi delle esportazioni alimentari peraltro non si sono ancora adeguatamente trasferiti alle imprese agricole dove - conclude la Coldiretti - si registrano ancora in molti settori quotazioni al di sotto dei costi di produzione, a conferma delle pesanti distorsioni che permangono nel passaggio degli alimenti lungo la filiera dal campo alla tavola.

La scheda - Il boom del made in Italy sulle tavole mondiali nel 2011
Vino + 25%
Grana e Parmigiano Reggiano +26%
Olio di oliva +9%
Pasta +7%
Ortofrutta -
Totale + 9%
Valore: 30 miliardi di euro
Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Istat in valore relativi ai primi 9 mesi 2011

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