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2001-2011: -5% I PREZZI REALI DEI PRODOTTI AGRICOLI E +15% I COSTI DI PRODUZIONE. L’ITALIA SOTTO LA MEDIA UE: -35%. MA CON DIETA MEDITERRANEA EXPORT A +72%. L’ANALISI E’ DEL PROFESSOR COMEGNA PER FIERAGRICOLA (2/5 FEBBRAIO, VERONA)

C’è chi li ha ribattezzati “i dieci anni che sconvolsero l’agricoltura” e chi invece ha saputo trarre una lettura meno drammatica. Fatto sta che, dal 2001 al 2011, ultima stagione della lira prima dell’entrata in vigore dell’euro (che esordì col 1 gennaio 2012), molte cose sono cambiate. Fieragricola, la rassegna internazionale di Veronafiere dedicata al comparto agricolo (in programma dal 2 al 5 febbraio, www.fieragricola.it), ha chiesto al professor Ermanno Comegna, economista agrario ed esperto di Politica Agricola Comune, come si è evoluta l’agricoltura nei 10 anni che hanno di fatto portato dalla lira alla moneta unica europea. Naturalmente, ampliando lo sguardo su uno scenario sovranazionale.
“In dieci anni - analizza Comegna - molto è cambiato. Tre mi sembrano possano essere individuati come fenomeni principali: l’indebolimento dei redditi agricoli; il processo di ristrutturazione e adattamento del settore alle sollecitazioni provenienti dall’esterno; il maggior orientamento al mercato, dopo i vari processi di riforma della Pac e di allargamento dell’Unione europea».
Dunque, non soltanto ombre. Anzi. “Una considerazione - prosegue Comegna - che riguarda da vicino il sistema agroalimentare italiano è indubbiamente positiva. I prodotti mediterranei hanno registrato una performance sul mercato internazionale migliore in termini di esportazioni rispetto al complesso delle produzioni agricole ed alimentari europee”.

Redditi in frenata: -14,6% in termini reali. “Dal 2001 al 2011, i prezzi pagati ai produttori in termini reali sono diminuiti del 5%, mentre i costi sostenuti dagli agricoltori per acquistare i mezzi tecnici sono aumentati del 15%, sempre in termini reali”. Calcolatrice alla mano, i redditi reali in agricoltura sono diminuiti pertanto del 14,6%. “L’Italia è andata peggio della media comunitaria - osserva il professore - segnando un calo cumulato del reddito agricolo complessivo in termini reali, dal 2001 al 2011, del 35,6%”. Se, ad esempio, si confronta il prezzo in Italia del latte crudo alla stalla si passa dai 36,5 centesimi per litro del 2001 ai 39 del 2011, con una differenza del 6,8%. Tuttavia, nello stesso intervallo di tempo il prezzo pagato dagli allevatori per l’acquisto degli alimenti zootecnici è aumentato del 15% e l’incidenza della voce di spesa mangimi e altri alimenti per il bestiame è salita dal 54 al 62%. Nell’intervallo 2001-2011, i prezzi nominali dei maggiori prodotti agricoli sono aumentati, secondo i dati rilevati dalla Commissione Europea all’Agricoltura. Così si evince per il frumento tenero panificabile, quotato 140,33 euro/tonnellata nel gennaio 2001 e 185,96 nel dicembre 2011; il mais, passato dai 138,80 del 2001 a 180,09 euro/tonnellata del 2011; il frumento duro è schizzato da 152,38 (gennaio 2001) a 279,66 euro/tonnellata (dicembre 2011). In salita anche il burro, passato da 331,41 a 380,24 (prezzi in euro per quintale).

Ristrutturazione e proiezione internazionale: positiva la bilancia commerciale europea. Dall’avvento dell’euro ad oggi, il sistema agricolo europeo ha registrato una diminuzione del 24,3% del numero di posti di lavoro a tempo pieno, con la perdita di 4 milioni di unità lavorative. “Nello stesso tempo, però, ha manifestato una forte apertura nei confronti del contesto internazionale: le esportazioni complessive sono aumentate del 60%, mentre l’import è cresciuto del 37%. Da un saldo negativo di 5,1 miliardi di euro nel 2001, si è passato ad un avanzo di 6,2 miliardi di euro”.

Da 6 milioni a 13,7 milioni di agricoltori: Pac più leggera e imprese agricole molto più marketing oriented. Le continue riforme della Pac combinate con l’allargamento dell’Unione europea hanno prodotto un ridimensionamento della politica di sostegno a favore del settore ed un maggiore orientamento al mercato delle imprese. Come ricorda il professor Comegna, “dal 2001 al 2011, il peso della Pac sul bilancio complessivo europeo è passato dal 54% al 43,7% e l’incidenza del costo della Pac sul Pil è diminuita del 10%, attestandosi nel 2011 ad appena lo 0,44%”. Nel 2001 c’erano 15 Paesi membri, con 6 milioni di agricoltori, 125 milioni di ettari ed una spesa agricola di 44 miliardi di euro. Nel 2011, l’Ue spende per la Pac 55 miliardi di euro, ma i Paesi membri sono 27, con 13,7 milioni di agricoltori e 172 milioni di ettari.

Per i prodotti mediterranei è boom di esportazioni: +72%. Osservando in particolare le produzioni mediterranee emerge come questi prodotti abbiano registrato, negli ultimi 10 anni, un eccezionale incremento delle esportazioni, con un +72%, a fronte dell’aumento del 60% dei prodotti agricoli europei nel loro complesso. Merito anche della notorietà della dieta mediterranea, che dal novembre 2010 è stata dichiarata dall’Unesco “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.

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