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SLOW FOOD SUL PIANO DI HOUSING SOCIALE DELLA CAPITALE: “ATTACCO AL POLMONE VERDE DI ROMA”, STOP ALLA “CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA”. PER IL PRESIDENTE ROBERTO BURDESE È EMERGENZA NAZIONALE “AGIRE SUBITO PER SALVARE 2.400 ETTARI A VOCAZIONE AGRICOLA”

“Si tratta di una vera e propria emergenza nazionale, che non riguarda solo Roma ma tutto il Paese”: così il presidente di Slow Food Italia, Roberto Burdese, commentata il piano di housing sociale che la Giunta comunale di Roma intende realizzare e che prevede la cementificazione di quasi 2.400 ettari di aree a vocazione agricola, alcune vincolate, quindi di alto interesse paesaggistico, per costruire oltre 26.000 alloggi di edilizia agevolata. Per Slow Food Italia è “cementificazione” selvaggia, è un “attacco al polmone verde di Roma” (info: www.slowfood.it).
“L’emergenza abitativa - afferma Burdese - che colpisce, purtroppo, molte famiglie romane, non si risolve portando avanti una cementificazione selvaggia. Il progetto colpirebbe 160 aree non contigue tra di loro, deturpando quindi una zona enorme intorno alla capitale, prossima ad aree protette e parchi naturali di estremo valore agricolo, paesaggistico e ambientale. In collaborazione con altre organizzazioni e tramite il Forum nazionale Salviamo il paesaggio - difendiamo i territori, di cui Slow Food fa parte, si stima, sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, che attualmente a Roma siano oltre 200.000 gli immobili vuoti, sfitti o non utilizzati, che potrebbero quindi far fronte all’emergenza di cui si parla. Consumare suolo libero di grande pregio e contemporaneamente lasciare vuoti spazi abitativi già esistenti è un doppio, gravissimo e irreparabile errore. Nel progetto - sottolinea Burdese - non mancano le incongruenze: a quanto pare nei quasi 2.400 ettari presi in considerazione si potrebbero costruire non 26.000 ma ben 66.000 alloggi. Inoltre, si stabilisce che la distanza massima degli edifici dalle strutture di mobilità pubblica sia di 2.500 metri, e non 1.000 come stabilito in precedenza. Questo significa quindi che sarà necessario costruire tangenziali, strade e servizi per collegare le abitazioni alle infrastrutture già esistenti. Slow Food Italia - conclude Burdese - si dichiara completamente contraria al progetto e teme che l’approvazione definitiva della variante urbanistica al piano regolatore vigente possa essere votata dalla Giunta capitolina prima della pausa estiva. Urge quindi che ci mobilitiamo in tanti per fermare questo ennesimo scempio che si consuma in un Paese già troppe volte maltrattato, come se agricoltura, paesaggio e ambiente non fossero i più importanti asset economici di cui disponiamo oggi e che possono essere decisivi anche per il nostro futuro”.

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