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QUANDO IL “NEMICO” E’ IN CASA: L’ITALIANA GALBANI, DEL GRUPPO FRANCESE LACTALIS, NE CENTRO DEL CICLONE PER AVER PROVATO A VENDERE FALSO “PCORINO ROMANO DOP” ALL’ESTERO. LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE DEL CONSORZIO GIANNI MAODDI: “PALESE CONTRAFFAZIONE”

Il Pecorino Romano Dop, da anni al centro di tentativi di contraffazione e casi di italian sounding, è ancora una volta nell’occhio del ciclone, e questa volta a propinare il falso made in Italy all’estero è nientemeno che una multinazionale francese, la Lactalis che, per farlo, utilizza un marchio italiano di sua proprietà, quello della Galbani. A denunciare il fatto il presidente del Consorzio del Pecorino Romano Dop, Gianni Maoddi, nell’audizione speciale che la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione ha riservato al Consorzio il 10 luglio.

“Alla palese contraffazione del nome - ha detto il presidente del Consorzio Maoddi - si è aggiunto l’utilizzo di un noto marchio italiano per commercializzare un formaggio straniero, che non solo sfrutta il sounding del Pecorino Romano ma ne imita addirittura forma e marchio Dop. Dopo aver denunciato senza esiti il fatto al ministero delle Politiche agricole, avevamo l’obbligo di informare la Commissione che si è dimostrata sensibile a tali problematiche e ha aperto una sessione straordinaria per incontrarci”. Per la Lactalis si tratterebbe di “reiterazione del reato”, perché, nel 1997 la multinazionale cercò di registrare negli Usa un brand commerciale “Pecora”, dovendo però recedere per la ferma opposizione del Consorzio che, con un’ onerosa causa legale, acquisì il marchio per impedirne l’uso e l’abuso.

Moltissime sono, però, le imitazioni ancora impunite del Pecorino Romano Dop in tutto il mondo: si va dal Romano al Perfect Italiano Romano a Singapore. Un fenomeno, quello del Pecorino Romano souding, che sottrae al mercato una quota pari a 300 milioni di euro l’anno, circa tre volte il valore dell’export. Per questo il Consorzio (proprietario del marchio in Benelux, Svizzera, Germania, Francia, Spagna, Canada e Usa) ha annunciato in Commissione il proprio programma anticontraffazione: si va dal controllo dell’uso del marchio Pecorino Romano, alla predisposizione di un piano di depositi per i marchi, dall’attivazione di un servizio di sorveglianza che individui marchi simili al Pecorino Romano Dop nei registri di tutto il mondo, fino a un servizio di sorveglianza doganale a livello comunitario sul marchio Pecorino Romano e sui prodotti similari.

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