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FERMO PESCA - NIENTE PESCE FRESCO DA TRIESTE A RIMINI. COLDIRETTI: STOP NECESSARIO PER SALVAGUARDARE LE RISORSE DEL MARE. IMPRESA-PESCA CONSIGLIA: OCCHIO ALL’ETICHETTA E ALLERTA AL RISTORANTE PER NON TROVARSI NEL PIATTO PESCE STRANIERO O CONGELATO

Cosa c’è di meglio in estate, con questo caldo, di grigliate e fritture di pesce fresco in tavola? A confermarlo anche i consumi che hanno registrato un +15%, con una classifica dei pesci più acquistati che vede al top mitili (cozze, ecc) e orate con quasi il 9% a testa dei consumi, davanti ad alici (6,8%), spigole (6,5%), vongole (4,7%), polpi, trote, salmoni, naselli e merluzzi, calamari (dati Ismea). Ma in questo contesto felice per la pesca italiana da oggi iniziano i fermi per il settore con il blocco delle attività della flotta italiana per l’estate, stabiliti con il decreto firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, fondamentali, dice Coldiretti, per il ripopolamento delle specie ittiche sovrasfruttate. A dare il via l’Adriatico e per la precisione la zona che va da Trieste a Rimini, con lo stop dal 16 luglio fino al 27 agosto, e per non prendere abbagli Impresa-Pesca Coldiretti consiglia: occhio all’etichetta scegliendo il pesce con l’identificazione “prodotto italiano”, novità introdotta dal decreto Sviluppo, e stare allerta soprattutto al ristorante per non trovarsi nel piatto pesce straniero o congelato.

Un blocco necessario, sottolinea la Coldiretti, per permettere il ripopolamento delle specie ittiche sovrasfruttate e salvare le marinerie tricolori dal collasso per le reti sempre più vuote, con la produzione in calo costante ormai da diversi anni. Lo stop alla pesca avrà la durata dal 16 luglio fino al 27 agosto per 43 giorni consecutivi, sottolinea Coldiretti Impresa-Pesca, dopodiché si tornerà in mare nelle dieci settimane successive alla ripresa l’attività sarà però limitata a 3 giorni, come già lo scorso anno. Il fermo è una necessità per salvare il settore, anche se dolorosa per le vacanze, con il venir meno del pesce del Nord Adriatico in un momento in cui, sostiene Impresa-Pesca Coldiretti, anche per effetto del grande caldo si registrano consumi in aumento del 15% e prezzi contenuti. Il rischio è, precisa Impresa-Pesca Coldiretti, di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco made in Italy proveniente dalle altre zone dove in questo momento non è in atto il fermo pesca (Tirreno e Sud Adriatico). Infatti, da Pesaro a Bari, riferisce la Coldiretti, l’interruzione dell’attività di pesca inizierà dal 6 agosto fino al 17 settembre mentre da Brindisi a Imperia dal 3 settembre al 2 ottobre e nelle regioni Sardegna e Sicilia l’interruzione ha durata di almeno trenta giorni ma è disposta con provvedimento regionale.

La novità di quest’anno è l’arrivo dell’etichetta per il pesce italiano venduto al dettaglio o servito al ristorante, introdotta dal decreto Sviluppo. Con la nuova normativa, sottolinea Coldiretti Impresa-Pesca, i soggetti che vendono al dettaglio o somministrano prodotti della pesca potranno utilizzare nelle etichette e in qualsiasi altra informazione fornita per iscritto al consumatore la dicitura “prodotto italiano”. Sarà ammessa anche ogni altra indicazione sull’origine italiana o sulla zona di cattura del pescato più precisa di quella oggi prevista dalle norme in vigore. Attualmente la legge sull’etichettatura prevede la sola indicazione della zona di pesca. Il pesce italiano, ad esempio, fa parte della cosiddetta “zona Fao 37”, che contraddistingue il prodotto del Mediterraneo. Per il momento l’indicazione dell’origine resta però su base volontaria, conclude Coldiretti Impresa-Pesca, mentre per assicurare piena trasparenza su tutto ciò che si mangia al ristorante sarebbe necessario introdurre l’obbligo di etichettatura del pesce servito nella ristorazione.

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