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SICCITA’ 2012: 500 MILIONI DI EURO I DANNI, DICE COLDIRETTI. E LA CIA: STATO DI CALAMITÀ PER LE ZONE PIÙ COLPITE. IL “BOLLETTINO DI GUERRA” ATTUALE DELLA SICCITÀ RISCHIA DI COMPLICARSI CON LE QUOTAZIONI DELLE MATERIE PRIME SU MERCATI INTERNAZIONALI

Con l’80% di mais perso nel Padovano per la siccità, il 100% della soia nel Polesine, il 25% di pomodoro in provincia di Foggia e il 20% del girasole in Toscana e nelle Marche, è importante l’avvio delle procedure per il riconoscimento dello stato di calamità, considerato che il bilancio dei danni nelle campagne ha superato i 500 milioni di euro. Lo afferma la Coldiretti, nel commentare le dichiarazioni del Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, il quale ha annunciato che “ci sono delle zone del paese dove molto probabilmente sarà dichiarato lo stato di calamità naturale e i tecnici del Ministero stanno lavorando per individuarle”.
Secondo un monitoraggio Coldiretti, il caldo e la siccità hanno già tagliato i raccolti con cali della produzioni che a livello nazionale vanno dal -20% per il pomodoro al 30% per il mais fino al 40% per la soia ma forti riduzioni sono previste per la barbabietola da zucchero con quasi il dimezzamento della produzione nelle regioni del Nord e per il girasole (-20%). E l’arrivo di Nerone rischia ora di dare il colpo di grazia alle coltivazioni. Ad essere colpiti - sottolinea la Coldiretti - sono prodotti simbolo del Made in Italy come il pomodoro e mais e soia che sono alla base dell’alimentazione degli animali allevati per produrre i prestigiosi formaggi e prosciutti a denominazione di origine, ma anche il vino con una vendemmia prevista di qualità ma contenuta. In pericolo ci sono anche i pascoli perché mancano i foraggi e l’acqua con mandrie e greggi che si preparano a lasciare gli alpeggi del Piemonte con oltre un mese d’anticipo mentre in molti casi è stato necessario intervenire con le autobotti per abbeverare gli animali.
Ma oltre alla mancanza dell’acqua gli effetti del caldo si fanno sentire anche sulla produzione di latte. Le mucche hanno prodotto in media dal 10% al 20% di latte in meno con punte che arrivano anche al 50% nei giorni più roventi. Per le mucche - sottolinea la Coldiretti - il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte anche se in soccorso in molte stalle sono scattate le contromisure con l’accensione di ventilatori e doccette refrigeranti e l’utilizzazione di integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori che fanno però aumentare in misura esponenziale i costi a carico delle imprese.
Ma l’afa e le temperature - continua la Coldiretti - hanno tolto l’appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime e con un conseguente, sostanziale calo dell’accrescimento. Il caldo ha pesanti effetti - conclude la Coldiretti - anche sulle galline, che producono meno uova, e sulle api che non riescono a prendere il polline e il nettare mettendo a rischio la produzione di miele.

Focus - La mappa dei danni da caldo e siccità tracciata dalla Coldiretti
Mais - Riduzione della produzione del 25-30% a livello nazionale con punte dell’80% nel Polesine e del 50% nel Padovano
Soia - Riduzione della produzione del 30-40% della produzione nelle regioni settentrionali (dove si effettua la quasi totalità della coltivazione), con punte dell’80-100% nel Polesine
Girasole - Calo della produzione del 20% a livello nazionale, riscontrabile nelle Marche e in Toscana secondo la Coldiretti
Barbabietola da zucchero: calo produttivo sino al 50% nelle regioni del Nord a seguito del calo della resa nelle aree del Veneto e dell’Emilia-Romagna dove non si è potuto irrigare
Vite - Situazione a rischio se dovesse permanere il caldo. E’ prevista una produzione molto contenuta rispetto alla media
Pomodoro - Calo produttivo del 20% del raccolto in tutte le aree di produzione nazionale con punte del 25% nel Mezzogiorno
Latte - Minore produzione a livello nazionale del 10-15% con punte del 30-40% in Toscana dove si registrano maggiori costi del 70-80% per carenza foraggi mentre in Piemonte le mandrie sono costrette a lasciare gli alpeggi con un mese di anticipo
Ortaggi - Riduzione della produzione dove non è stato possibile irrigare. In Abruzzo secondo la Coldiretti calo del 30% della produzione di patate e carote
Uova e miele - Minore produzione per gli effetti del caldo sulle galline e sulle api Fonte: elaborazioni Coldiretti

Focus - Caldo: la siccità piega le campagne, raccolti quasi dimezzati. Allarme sui mercati del mondo per i rincari dei prezzi delle materie prime agricole. Chiesto lo stato di calamità per le zone più colpite … Servono politiche strutturali sul lungo periodo
Ancora due giorni di afa con “Nerone” e poi si tornerà a respirare con l’arrivo della pressione bretone che allevierà le temperature incandescenti. Ma, intanto, il bilancio dei danni in agricoltura diventa ogni giorno più negativo. Perché la siccità prolungata ha già bruciato oltre mezzo miliardo di produzione agricola con la perdita del 45% dei raccolti di soia e del 30% di quelli di mais, senza contare la situazione critica per il pomodoro in Capitanata e per la barbabietola da zucchero in Veneto ed Emilia (entrambi -50%) e la vendemmia 2012 a rischio, con cali stimati fino al 15% in Puglia, Toscana e Veneto. Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori. Ci sono tutte le condizioni per avviare le procedure per la dichiarazione di stato di calamità naturale nei territori più colpiti dalla siccità, dove ormai si fa fatica anche con le irrigazioni di soccorso, ma è sempre più evidente la necessità di affrontare la questione con politiche strutturali - continua la Cia - prima di tutto per risolvere il problema del fabbisogno idrico. E’ tempo di rilanciare per esempio il Piano irriguo nazionale, che oggi è dimezzato e senza prospettive di ulteriori fondi. C’è bisogno di misure concrete, di interventi seri di manutenzione della rete idrica per un miglior utilizzo delle acque, ma anche di nuove opere di irrigazione e di nuovi strumenti di assicurazione, tanto più che quelle che un tempo erano anomalie climatiche oggi stanno diventando la norma, la cronaca di tutti i giorni. Le ondate di caldo africano sono in aumento in tutto il pianeta, causate dal riscaldamento globale come ha svelato una ricerca della Nasa.
Proprio la siccità mondiale è fonte di altri problemi: il “bollettino di guerra” attuale rischia di complicarsi ancora di più nei prossimi mesi con le quotazioni delle materie prime agricole già in rialzo sui mercati internazionali - osserva la Cia - che rischiano di infiammarsi sui livelli record del 2008 con conseguenze devastanti sulla sicurezza alimentare globale. Finora la siccità ha già danneggiato irrimediabilmente 23 milioni di tonnellate di cereali nel mondo. E negli Stati Uniti, dove lo stato di calamità è stato dichiarato in altre 218 contee, solo tra giugno e luglio il prezzo del mais e del grano è aumentato del 50% e quello della soia del 30%.
Rialzi che creano un allarme generalizzato perché la volatilità dei prezzi delle commodity agricole può portare a una ripresa dell’inflazione, con effetti in autunno sugli scaffali dei supermercati in Europa e in Italia che sono importatori netti - conclude la Cia - ma soprattutto i rincari e le speculazioni internazionali mettono in pericolo la disponibilità di cibo nei Paesi più poveri, che rischiano di essere affamati dalla tensione sui prezzi dei cereali.

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