02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

SALUTE - COLDIRETTI: LE TRUFFE SUL CIBO FANNO PAURA A 6 ITALIANI SU 10. PER IL 22% DEVONO ESSERE PUNITE ADDIRITTURA CON L’ARRESTO

Le frodi a tavola sono quelle più temute dagli italiani con sei cittadini su dieci che le considerano più gravi di quelle fiscali e degli scandali finanziari. Emerge da una indagine Coldiretti/Swg per la presentazione del rapporto “Italia a tavola 2012” del Movimento Difesa del Cittadino e Legambiente.

Le frodi più gravi - sottolinea la Coldiretti - per il 60% dei cittadini sono quelle alimentari poiché possono avere effetti sulla salute, al secondo posto (40%) vengono quelle fiscali, mentre le truffe finanziarie sono lo spauracchio del 26% degli italiani, seguite a stretta distanza da quelle commerciali, come la contraffazione dei marchi (25%). Se il 57% degli italiani pensa che debbano essere punite con la sospensione dell’attività, ben il 22% ritiene che - continua la Coldiretti - la pena più giusta sia addirittura l’arresto mentre solo il 18 per cento una multa salata.

A spaventare - sottolinea la Coldiretti - sono soprattutto gli effetti sulla salute delle frodi a tavola che si moltiplicano nel tempo della crisi soprattutto con la diffusione dei cibi low cost. La frode alimentare - continua Coldiretti - è un crimine particolarmente odioso perché si fonda soprattutto sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Oltre un certo limite non è possibile farlo se non si vuole mettere a rischio la salute. Sul mercato si trovano ad esempio oli di oliva venduti come italiani a prezzi che - continua la Coldiretti - non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive e lo stesso vale per prosciutti o formaggi “spacciati” come nostrani o italiani senza esserlo.

Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano - conclude la Coldiretti - la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal Parlamento italiano ma non ancora applicato per le resistenze comunitarie.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli