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FORSE LA CRISI HA UN EFFETTO POSITIVO: GLI SPRECHI DI CIBO SONO DIMINUITI IN ITALIA E GLI ITALIANI HANNO RIDOTTO PER LA PRIMA VOLTA IL PESO CORPOREO, SONO PIÙ SANI, FANNO PIÙ SPORT, NON SALTANO I PASTI. COSÌ L’OSSERVATORIO NESTLÉ-FONDAZIONE ADI

Chissà, forse la crisi economica un effetto positivo l’ha avuto. Gli sprechi sul cibo “sono diminuiti”, e questo ha portato ad un segnale inaspettato: per la prima volta il peso corporeo degli adulti italiani si è ridotto verso valori più sani, si pratica più sport e non si saltano i pasti. E’ la tendenza che emerge dall’Osservatorio Nestlé-Fondazione Adi (Associazione di Dietetica e Nutrizione clinica), che, attraverso uno studio, ha analizzato circa 10.000 persone solo nell’ultimo anno, per un totale di 35.000 interviste in 4 anni. Risultato? “Per la prima volta - spiegano i responsabili dell’indagine - emerge un trend positivo che rende merito alle molte campagne di sensibilizzazione: è in crescita la percentuale dei normopeso, oggi al 54,2% sul 51% del 2010 e sul 53% del 2011. Ancora alta la percentuale in sovrappeso o obesità, 43,4%, ma comunque in calo rispetto al 46% del 2010 e al 44% del 2011. Calano anche i sottopeso, oggi al 2,4%”.

I dati sono incoraggianti anche riguardo allo stile di vita: “è diminuita la percentuale di chi fa vita sedentaria, dal 37% al 35%, e sono aumentate le persone che svolgono attività fisica. Tuttavia le donne si confermano essere in generale più pigre degli uomini, praticando sport soltanto il 24% contro il 40% dei maschi”. Un’ulteriore testimonianza del trend positivo “è anche la maggior consapevolezza dell’importanza di alcune buone abitudini a tavola: aumentano coloro che seguono la regola dei 5 pasti, in particolare tra gli under 45 e le donne: 4 su 10 fanno lo spuntino al mattino e 5 su 10 al pomeriggio”.

“Coloro che fanno i pasti principali e gli spuntini - dice Giuseppe Fatati, presidente Fondazione Adi - risultano in misura maggiore essere normopeso: questo indica come sia importante imparare uno stile alimentare che non sacrifichi alcun alimento ma che valuti ogni apporto calorico e nutritivo nel quadro della dieta complessiva giornaliera”. Tuttavia, persistono abitudini scorrette: il 36% degli italiani non vive i pasti come un momento di convivialità e 3 italiani su 4 mangiano davanti alla televisione, soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni (80%). “Uno dei punti su cui bisogna lavorare - conclude Fatati - è proprio il concetto di convivialità. Le colazioni sprint della durata inferiore ai 15 minuti come i pranzi e le cene monoporzione sono molto frequenti. Per molti il consumo di pizza rappresenta nel fine settimana un’occasione di socialità ma, in verità la pizza, per quanto buona e nutriente, è troppo spesso un piatto dal consumo veloce. E’ dunque tutta da costruire la valenza della convivialità e del momento della tavola, un atto che richiede il suo tempo e che attribuisce valore ai cibi e al nutrimento”.

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