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NEL 2013 I PRODOTTI AGRICOLI ITALIANI GARANTIRANNO SOLO IL 75% DEL FABBISOGNO ALIMENTARE DEL BELPAESE A CAUSA DEL CROLLO DEI RACCOLTI 2012 CON LA PRODUZIONE INDUSTRIALE ALIMENTARE A -1,3%. “RISCHIO FALSO MADE IN ITALY”. COSÌ COLDIRETTI SU DATI ISTAT

La produzione agricola nazionale è in grado di garantire nel 2013 circa il 75% del fabbisogno alimentare degli italiani: ci saranno meno materie prime per l’alimentare che, a causa del crollo dei raccolti, dovuto alle bizzarrie del meteo, nel 2012 hanno raggiunto il minimo storico di 40 milioni di ettolitri per il vino, e che fanno segnare un calo che va dal 12% per l’olio di oliva l’olio al -15% delle mele. “Ora il rischio è quello di aumento delle importazioni di ingredienti di diversa qualità da spacciare come made in Italy”: parola di un’analisi della Coldiretti che sottolinea che anche questo contribuisce a determinare il calo dell’1,3% della produzione industriale alimentare indicato dall’Istat nel 2012.

Se la vendemmia, sottolinea la Coldiretti, si è attestata sui valori minimi da quasi 40 anni per un totale di appena 40 milioni di ettolitri, la produzione italiana di olio di oliva è scesa a 4,8 milioni di quintali e quella di pomodoro da conserva si è ridotta del 12% attorno alle 4,4 milioni di tonnellate. Si tratta in questi casi degli effetti dell’andamento climatico anomalo che nell’ultimo anno, a causa del gelo invernale, della siccità estiva e dei nubifragi autunnali, ha provocato un crollo dei raccolti. Il rischio, denuncia la Coldiretti, è ora quello di un aumento delle importazioni di ingredienti di diversa qualità da spacciare come made in Italy come il concentrato di pomodoro cinese, l’extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall’estero. Un pericolo che, conclude Coldiretti, evidenzia la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal Parlamento italiano, ma non applicata.

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