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RACCOLTI GIÙ, IN TESTA MAIS (-16%), OLIO (-11,7%), FRUTTA (-9,7%) E VINO (-8%), E COSTI SU (+2,1%) PIÙ DEI PREZZI (+2,8%). DOMANDA INTERNA DEBOLE COMPENSATA SOLO IN PARTE DALL’EXPORT, A +6% IN VALORE: ECCO L’AGROALIMENTARE 2012 IN ITALIA PER ISMEA

Raccolti in flessione, con i cali più alti, sul 2011, per mais (-16%), olio (-11,7%), frutta (-9,7%) e vino (-8%), e costi degli input produttivi che crescono (in media del +2,1%) a ritmo più sostenuto dei prezzi in agricoltura (+2,8% l’incremento medio). Con problemi anche sul fronte della trasformazione industriale, determinati dalla forte debolezza della domanda interna, con l’aumento dei prezzi al dettaglio e il calo del potere d’acquisto delle famiglie, solo parzialmente compensata dal buon andamento delle esportazioni, a +6% in valore - ma in decelerazione sul biennio 2011-2010 - grazie ai prodotti dell’industria alimentare e le perfomance della pasticceria e panetteria, accanto ai vini. Ecco il bilancio 2012 dell’agroalimentare in Italia tracciato dall’Ismea.

In ambito agricolo, spiega l’Istituto, archiviata una campagna vitivinicola tra le più scarse degli ultimi decenni (-8% secondo stime Ismea e Unione Italiana Vini) sembra prospettarsi, sempre sulla base delle stime elaborate dall’Istituto, un’annata in flessione anche per l’olio di oliva (-11,7% sul 2011), frutta (-9,7%) e ortaggi (-7%). Anche mais e soia, secondo gli ultimi dati Istat, hanno accusato nel 2012 una flessione dei raccolti, rispettivamente del 16% e del 4,4%, mentre frumento duro e tenero hanno registrato un incremento della produzione, rispettivamente pari a +12,4% e a +22,9%. Tra le produzioni zootecniche, secondo le ultime stime Ismea, risulterebbero in flessione le macellazioni bovine (-2,9% sul 2011), in crescita quelle suine (+4%) e le consegne di latte (circa +1%).

Sul fronte dei prezzi, le rilevazione dell’Ismea indicano un aumento medio dei listini alla produzione dei prodotti agricoli del 2,1% nel 2012, a fronte di un incremento medio del 2,8% dei prezzi dei fattori produttivi impiegati dagli agricoltori. Determinanti sono stati i forti rincari dei prodotti energetici (+7,9% sul 2011), degli animali di allevamento (+6,6%), dei mangimi (+5%) e dei concimi (+4,1%).

Scendendo lungo la filiera, l’aumento dei prezzi al dettaglio e il calo del potere d’acquisto delle famiglie hanno mostrato con evidenza il loro impatto anche sui consumi alimentari. Secondo la rilevazione Ismea/Gfk-Eurisko, la spesa alimentare delle famiglie italiane si arresta nel 2012, mentre i volumi acquistati diminuiscono. In particolare, cala la spesa per le bevande alcoliche e analcoliche (-0,4%, esclusi vini e spumanti), i derivati dei cereali (-0,6%), i prodotti ittici (-2,1%) e soprattutto gli oli e grassi vegetali (-8,5%). Cresce di poco per i prodotti lattiero-caseari (+0,6%), l’ortofrutta (+0,7%) e la carne e derivati (+0,8%), un po’ di più per vini e spumanti (+1,3%).

Di fronte alla debolezza della domanda interna, l’unico motore della crescita resta l’export seppure in decelerazione sul biennio 2011-2010. Le stime Ismea per l’intero 2012 indicano, in valore, un aumento del 6% delle esportazioni dell’agroalimentare, grazie esclusivamente al contributo dei prodotti dell’industria alimentare (+7,7% sul 2011). Tra i segmenti più rappresentativi del made in Italy, i prodotti con le migliori performance all’estero sono stati i preparati dolciari a base di cacao e i prodotti della panetteria, della biscotteria e della pasticceria. Bene anche le esportazioni di vini, spumanti, aceti, vermouth, pasta, preparazioni di ortaggi, legumi e frutta e preparazioni e conserve suine.

Info: www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3103

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