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PER LA PAC A GIUGNO NESSUN ACCORDO, BUDGET IN SOSPESO. L’ITALIA NON RISCHIERÀ PIÙ IL DISIMPEGNO DEI FONDI UE CON NUOVE MISURE. VIA QUOTE LATTE NEL 2015 E “PACCHETTO LATTE BIS”. ECCO I PUNTI CHIAVE TOCCATI DA PAOLO DE CASTRO NEL FORUM DEL LATTE

Sotto la presidenza irlandese non ci sarà alcun accordo finale sulla Pac, ma solo un’intesa sul piano politico con il budget che resterà in sospeso. Accanto ai Piani di Sviluppo Rurale regionali ce ne sarà uno nazionale e l’Italia non rischierà più il disimpegno dei fondi non spesi. Via le quote latte dal 2015, verso il “Pacchetto latte bis”. Ecco i punti chiave affrontati dal presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, intervenuto oggi al Forum sul latte di scena a Bardolino (Verona) e promosso dal Clal, importante centro di analisi sul latte, sostenuta da Fieragricola-VeronaFiere.
Chi si attendeva il via definitivo entro il prossimo 30 giugno (fino ad allora dura la presidenza irlandese) rimarrà deluso. “Però attenzione: potremo - spiega De Castro - e, con ogni probabilità ci riusciremo visto che i triloghi stanno procedendo bene, a raggiungere un’intesa sul piano politico”. Si definiranno le linee politiche, mentre rimarrà in sospeso l’accordo sul budget. Paolo De Catro, invitato a parlare sul tema della “Sostenibilità ambientale delle produzioni lattierocasearie nel contesto della nuova Politica agricola comunitaria”, ha voluto dare agli operatori della filiera lattiero casearia presenti in sala (oltre 200 rappresentanti del mondo agricolo, dell’industria di trasformazione, della cooperazione e della gdo) un aggiornamento sull’iter negoziale della Politica agricola comune: “i Capi di Stato e di Governo e il Parlamento europeo - precisa De Castro - non si sono ancora messi d’accordo sul bilancio pluriennale europeo e la Pac assorbe il 40% delle risorse comunitarie. Questo comporta uno stallo, perché il Consiglio non vuole venire incontro alle richieste del Parlamento europeo, mentre per noi è importante definire una clausola di revisione e tornare fra due anni a discutere nuovamente le prospettive economiche e di bilancio”.
Partendo dalla volatilità dei prezzi, che si è rivelata una costante, a fasi alterne, dal 2007-2008, De Castro ha toccato un altro risvolto della Pac: “l’indirizzo politico della Pac non è cambiato, è rimasto sostanzialmente di natura ambientale ma non si parla di sicurezza alimentare e di approvvigionamenti, due aspetti al centro della politica agricola degli Usa, che pure esportano commodity, ma si stanno preoccupando di assicurarsi il fabbisogno alimentare. Noi in Europa pensiamo al greening e non possiamo, come Parlamento Europeo, cambiare l’impostazione della Pac, un potere che rimane in capo alla Commissione. E così questa Pac viene costruita su dei fondamentali completamente cambiati. Per esempio, l’Ue importa il 90% della soia di cui ha bisogno. E la Cina, che negli ultimi otto anni ha più che duplicato il consumo di latte, sta facendo contratti ventennali con il Brasile per la soia; dobbiamo mettere in conto che, già oggi, il mercato della soia è fortemente condizionato dalla Cina”.
“La riforma della Pac introdurrà - continua De Castro - il nuovo sistema assicurativo sui redditi, che sarà collocato nel secondo pilastro. Accanto ai Piani di Sviluppo Rurale regionali ci sarà un piano di sviluppo rurale nazionale, che porterà rilevanti benefici per Italia, eliminando il rischio del disimpegno dei fondi non spesi, che non torneranno più a Bruxelles, ma andranno ad alimentare il piano di sviluppo rurale nazionale di Roma”.
Via le quote latte dal 2015, verso il “Pacchetto latte bis”. Indietro non si torna e quanto è stato deciso, cioè l’abolizione delle quote latte dall’1 aprile 2015, verrà applicato: “non c’è una maggioranza - spiega De Castro - che può sostenere le quote, anche se sono convinto che la maggioranza delle organizzazioni sindacali agricole italiane sarebbero favorevoli a portare avanti il sistema delle quote, che pure avevano definito come male assoluto. Bisogna lavorare per gestire la fase successiva. E se la proposta dell’europarlamentare francese Michel Dantin, che ha avanzato la proposta su un sistema di gestione delle quantità, se ne possono proporre altre”. Rispetto ai programmi del Gruppo di alto livello costituito nel 2008 per gestire il “soft landing”, l’atterraggio morbido verso un sistema senza quote, il Pacchetto latte non ha offerto prospettive eccellenti: “per l’Italia è positiva la norma che consente la programmazione produttiva delle Dop ha ma non c’è nulla per rafforzare il potere contrattuale dei produttori, accrescere la trasparenza, stabilizzare il mercato riequilibrando la domanda e l’offerta. E a settembre - anticipa De Castro - ci sarà un grande momento europeo dove si tornerà a parlare di latte. Se non faremo in tempo a trarre indicazioni nella riforma della Pac, perché l’avremo già chiusa, ci sarà un “Pacchetto latte bis”, per gestire nel migliore dei modi la fase che si apre con la fine del regime delle quote”.

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