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ITALIA VS CANADA: È SFIDA A SUON DI SAN DANIELE. PER “SFATARE” L’IMITAZIONE ECCO “DOP E DOPPIONI” BY CONSORZIO DEL SAN DANIELE, LA DEGUSTAZIONE COMPARATA FRA IL “SAN DANIELE HAM”, MADE IN ONTARIO, E LA DOP FRIULANA. LA DIFFERENZA LA FA IL GUSTO

Italia versus Canada: è sfida a suon di San Daniele. Ogni anno le imitazioni danneggiano l’export agroalimentare italiano per milioni di euro, minacciando soprattutto i prodotti Dop e Igp del nostro Paese che rappresentano da soli il 38% in valore delle produzioni tutelate dalla Comunità Europea e un fatturato di 6 miliardi. Un danno da cui è difficile difendersi, perché spesso perpetrato con mezzi ai confini con la legalità, ad esempio registrando marchi che ammiccano al prodotto italiano di qualità. Ed è il caso del “San Daniele Ham”, il prosciutto prodotto a Brampton, Ontario (Canada), che porta il nome della Dop friulana, eccellenza del made in Italy. E se la differenza la fa il gusto ecco “Dop e Doppioni”, l’ultima trovata del Consorzio del Prosciutto di San Daniele in collaborazione con Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, per dare al consumatore la percezione esatta del problema, con una degustazione comparata dei due prodotti, la prima in Italia, che ha evidenziato come in realtà l’origine geografica della produzione dia risultati anche organolettici molto differenti. L’obiettivo? Educare il consumatore e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tutela di quello che è un inestimabile patrimonio italiano.

“Il caso del Prosciutto di San Daniele è particolarmente significativo - ha commentato il presidente di Aicig, Giuseppe Liberatore - perché è un esempio di come all’estero, in assenza di adeguati strumenti legislativi di tutela per i nostri prodotti, si renda possibile produrre e commercializzare qualcosa che non solo sfrutta l’italian sounding ma addirittura si appropria dei loghi che lo identificano. Uno degli obiettivi principali di Aicig è proprio quello di contrastare questi fenomeni, e lo fa battendosi quotidianamente anche in sedi internazionali perché venga riconosciuta la massima tutela alle eccellenze rappresentative del made in Italy agroalimentare. Questo incontro è servito non solo a mettere al centro dell’attenzione l’importanza della denominazione, ma ha altresì ribadito la necessità di lavorare insieme per garantirne la protezione”.

Il caso della nazione nord americana è dunque un buon esempio delle problematiche che incontrano le Dop italiane in giro per il mondo. Dagli anni ’70, infatti, la St. Maria Foodsltd di Brampton utilizza la denominazione “San Daniele” grazie a una registrazione del marchio in Canada che viene apposto su prosciutti crudi, mortadelle e speck, tutti però prodotti localmente. Un’attività che contribuisce per circa il 50% al giro di affari dell’azienda stimato in 1 miliardo di dollari canadesi (circa 748 milioni di euro). Ma non è soltanto il nome a essere fuorviante: loghi e immagini che compaiano sulle pagine web dell’azienda, e tutto il contesto grafico, evocano in maniera inequivocabile la vera città di San Daniele con la raffigurazione dei luoghi fisici come le colline, il paese e le Alpi che si trovano in provincia di Udine.

“È importante realizzare iniziative come questa - sottolinea il direttore del Consorzio del Prosciutto di San Daniele Mario, Emilio Cicchetti - perché consentono di portare a conoscenza dei media la problematica facendo toccare con mano le differenze. La produzione italiana di Dop e Igp costituisce un asset della produzione industriale del nostro paese oltre che un importante comparto per le esportazioni. Tutelare i marchi e le denominazioni italiane all’estero costituisce un primo importante passo per sostenere il settore ed incentivare l’export”.

Info: www.prosciuttosandaniele.it

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