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“QUANDO LASCERETE POLLENZO DOVETE CAMBIARE IL MONDO, RESTITUENDO IL VERO VALORE AL CIBO”. COSÌ CARLO PETRINI, FONDATORE DI SLOW FOOD E PRESIDENTE DELL’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE, AGLI STUDENTI E AI MINISTRI DI AGRICOLTURA E ISTRUZIONE

Non Solo Vino
Carlo Petrini

“Ragazzi, qui abbiamo un solo capitale: siete voi. Quando lascerete Pollenzo dovete essere pronti a cambiare il mondo, restituendo il vero valore al cibo. La nostra missione non sarà compiuta finché ci sarà ancora chi soffre la fame”. Così Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, agli studenti e ai Ministri dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza e delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, coinvolte a Pollenzo in un dibattito per discutere le prospettive e i nuovi paradigmi per riformare il nostro Paese e uscire dalla crisi.

Il Ministro Carrozza ha espresso sostegno agli studenti, spesso in fondo alle aule ma al primo posto nei suoi programmi: “voglio sottolineare il valore sociale e simbolico di quanto si fa in questa comunità, che ha la sua forza nel senso di appartenenza a un progetto culturale al servizio della collettività. Le Scienze Gastronomiche devono avere la loro dignità. La sfida dei nuovi saperi deve essere la sfida di tutto il nostro sistema di istruzione superiore”.

“La nostra è un’epoca difficile, in cui tutto sembra aver perso di senso. Viviamo sotto la pressione di un’economia finanziaria che soffre di gigantismo, ma allo stesso tempo ci rendiamo conto ogni giorno di più che questo enorme edificio ha fondamenta fragili - continua il Ministro De Girolamo - tutti sono alla ricerca di una soluzione economica e politica alla crisi che non solo l’Italia sta vivendo. Forse la risposta è sotto i nostri occhi, o meglio, sotto i nostri piedi. La risposta è semplicemente la terra! Con la sua incredibile capacità di fruttificare se curata, accudita e coltivata con conoscenza, che solo gli uomini educati dalla storia e in fondo dalla stessa terra, sono capaci di produrre”.

Il nostro Paese potrà risorgere dalla crisi se saprà ritrovare le competenze alla base della nostra storia: ecco quindi che la cultura del cibo non potrà che riaffermarsi come importante risorsa per la nazione, dove innovazione e tradizione saranno i pilastri di un nuovo modello di sviluppo e di crescita.

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