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GIORNATA MONDIALE DELLA PASTA, L’ITALIA FESTEGGIA CON IL RECORD DELL’EXPORT CHE, NEL 2013, SUPERERÀ I 2 MILIARDI DI CHILI. A DIRLO LE PROIEZIONI DI COLDIRETTI SU DATI ISTAT. E NEL BELPAESE IL CONSUMO SI ATTESTA SUI 26 CHILI PROCAPITE ALL’ANNO

Non Solo Vino
Record per le esportazioni della pasta italiana

Non si è mai mangiata così tanta pasta italiana all’estero e la Giornata Mondiale della Pasta, oggi, il Belpaese la festeggia con il record storico delle esportazioni, che raggiungeranno, per la prima volta, nel 2013, i 2 miliardi di chili tra penne, tagliatelle, spaghetti ed altro spediti e consumati all’estero. A dirlo la Coldiretti su dati Istat.

“In termini quantitativi - sottolinea la Coldiretti - si è verificato un aumento del 6% della domanda estera del piatto principe della dieta mediterranea a cui vengono unanimemente riconosciute importanti proprietà salutistiche. A spingere le esportazioni è stata anche la capacità di innovazione dell’industria italiana con l’affermarsi sul mercato della pasta ottenuta al 100% dal grano italiano per iniziativa del progetto Firmato dagli Agricoltori Italiani (FAI) della Coldiretti che ha reso disponibile in prodotto dalle principali catene distributive alle botteghe di Campagna Amica in Italia, ma anche fuori dai confini nazionali. La pasta in un momento di crisi vince anche perché garantisce un importante apporto nutrizionale a costi contenuti ed è un simbolo del cibo Made in Italy particolarmente apprezzato all’estero”.

“Nonostante i risultati positivi raggiunti sul mercato quest’anno però - denuncia la Coldiretti - il grano duro viene sottopagato agli agricoltori italiani su valori di 25 centesimi al chilo, inferiori di circa il 20% sul 2012, che non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Una situazione che rischia di far chiudere le aziende agricole e che è favorita dalla mancanza della trasparenza in etichetta dove - spiega la Coldiretti - non è ancora obbligatorio indicare la provenienza del grano impiegato ed è quindi possibile spacciare come italiano quello importato da paesi lontani con effetti sulla sicurezza alimentare e sull’ambiente. A livello nazionale i consumi di pasta delle famiglie italiane - sottolinea la Coldiretti - hanno tenuto piu’ degli altri prodotti con un calo di appena l’1,3% in termini quantitativi, sulla base dei dati relativi ai primi otto mesi del 2013. La produzione nazionale di pasta nel 2012 si é mantenuta sostanzialmente stabile, con 3,3 miliardi di chili prodotti per un valore di oltre 4,6 miliardi di euro secondo Aidepi, mentre il consumo pro capite si é attestato sui 26 kg una quantità che è tre volte superiore a quella di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quella di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quella di un giapponese. Nel podio dei mangiatori di pasta - conclude la Coldiretti - si piazzano dietro al nostro Paese il Venezuela, con 13 chili all’anno a testa, e la Tunisia, con 12 chili all’anno pro capite”.

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