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DOPO LE PAROLE DI CARMINE SCHIAVONE, IL SETTORE AGROALIMENTARE CAMPANO, CHE FATTURA 5 MILIARDI DI EURO L’ANNO, TREMA. MA NELLA REGIONE, IL 95% DELLA SUPERFICIE AGRICOLA È SANA E TUTTI I PRODOTTI CONTROLLATI, COME SOTTOLINEA AGRINSIEME

L’emergenza ambientale nella “Terra dei Fuochi” rischia di mettere a repentaglio il valore e l’immagine dei prodotti tipici campani, dalla mozzarella di bufala Dop al pomodoro San Marzano, mandando in crisi tutto il sistema agroalimentare della Regione, che fattura da solo 5 miliardi di euro l’anno. Lo dice Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative italiane del settore agroalimentare.
In questi ultimi giorni, soprattutto dopo la desecretazione delle rivelazioni di Carmine Schiavone sui rifiuti tossici interrati dalla camorra, si tende sempre più spesso a identificare la Campania con quella limitata porzione di territorio regionale devastata in questi anni da roghi e veleni. Una generalizzazione - spiega Agrinsieme - che crea confusione e disorienta i consumatori, portando a un “effetto-fuga” dai prodotti d’eccellenza campani che sul lungo periodo può diventare davvero preoccupante per l’economia e l’occupazione campana. Basta ricordare che si tratta della terza regione italiana per produzione agricola con oltre 136.000 aziende e 65.000 addetti impegnati nel settore.
“Ecco perché ora occorre fare chiarezza - spiega il coordinatore nazionale di Agrinsieme, Giuseppe Politi -. Oltre il 95% della superficie agricola campana è sana e tutti i prodotti sono controllati e sottoposti a verifica. L’Italia, non a caso, ha il primato in Europa e nel mondo per la sicurezza alimentare. Quindi non sono accettabili discriminazioni e criminalizzazioni di alcun tipo, penso a quanto è successo al segmento del pomodoro. L’emergenza della Terra dei Fuochi non può essere strumentalizzata. Si tratta - sottolinea ancora Politi - di un problema di cui tutto il Paese deve rispondere e sul quale governo e amministrazioni locali sono mobilitati. Ora bisogna intervenire tempestivamente per avviare le necessarie azioni di delimitazione e di bonifica dei territori contaminati, anche sulla base delle ultime rivelazioni, innanzitutto per tutelare e garantire i cittadini e le imprese che in quell’area vivono e lavorano”.

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