02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

LE ARANCE “DELLA DISCORDIA”: IL GOVERNO “SCIVOLA” SUI SUCCHI DI FRUTTA, BATTUTO IN COMMISSIONE AGRICOLTURA ALLA CAMERA SU L’EMENDAMENTO CHE AUMENTA IL CONTENUTO MINIMO DI FRUTTA NEI SUCCHI. E CHE PIACE AGLI AGRICOLTORI, DA COLDIRETTI AD AGRINSIEME

Non Solo Vino
Succhi di frutta

Si possono ribattezzare arance “della discordia”: il Governo “scivola” sui succhi di frutta, battuto in Commissione Agricoltura alla Camera su un emendamento del Pd che aumenta il contenuto di frutta nei succhi. A favore dell’emendamento, a cui il Governo si era detto contrario, hanno votato il Pd (che del Governo fa parte, ndr) e Sel, si sono, invece, astenuti gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Al di là delle questioni politiche, sottolinea la Coldiretti, se l’aumento del 20% della quantità minima di frutta (attualmente è il 12%) che deve essere contenuta nelle bevande analcoliche a base di frutta prodotte e commercializzate in Italia, previsto dall’emendamento del Pd nella legge comunitaria, venisse definitivamente approvato ed attuato, saranno “bevute” 200 milioni di kg di arance in più all’anno dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate. “Basta con “l’aranciata senza arance” che inganna i consumatori costretti a pagare l’acqua come la frutta ma che sta anche facendo sparire il frutteto italiano, con gravi perdite economiche ed occupazionali”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. L’emendamento votato dalla Commissione che si è espressa in sede consultiva dovrà ora passare al vaglio della Commissione Politiche Europee che sta esaminando la legge comunitaria in sede referente.

“Quello che è successo in Commissione Agricoltura è un momento ulteriore della battaglia positiva che il nostro Paese sta conducendo a livello europeo per assicurare ancora migliore qualità degli alimenti, in particolare guardando alla salute dei minori”, ha detto all’Ansa l’ex Ministro della Salute, Renato Balduzzi, che già aveva inserito nel suo decreto del 2012 la norma. Norma che aveva poi ricevuto uno stop da parte della Commissione Europea, sulla base di due motivazioni: da un lato non c’era stata la notifica alla Ue, sulla base della direttiva sulle norme tecniche. Dall’altra la norma poteva rappresentare un ostacolo alla libera circolazione delle merci. “Ora - conclude Balduzzi - ci riproviamo con questa norma”.

“L’Italia - sottolinea il presidente della Coldiretti Moncalvo - con il primato europeo nella qualità e sanità degli alimenti ha il dovere di essere all’avanguardia nella battaglia per cambiare norme difese in Europa solo dalle grandi lobby industriali. L’emendamento concorre a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione e a ridurre così le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità che sono in forte aumento, ma non va peraltro dimenticato - continua Moncalvo - l’impatto sulle imprese agricole poiché l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre 10.000 ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa 20.000 campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria anche in zone ad alta tensione sociale come la piana di Rosarno”. Ad oggi, sostiene la Coldiretti, per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta. Una situazione che, denuncia la Coldiretti, “alimenta un’intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce gli agricoltori ed i trasformatori mentre le uniche ad aver vinto sono state le multinazionali dell’aranciata che non hanno consentito di rimuovere le cause economiche che vedono gli agrumi sottopagati con un ricavo non copre nemmeno la metà dei costi”.

Sulla stessa linea anche Agrinsieme, l’Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare): “accogliamo con molta soddisfazione l’approvazione dell’emendamento. Si tratta di una decisione che arrecherà indubbi benefici sia ai consumatori sia all’intera filiera produttiva italiana”, commenta il presidentre Giorgio Mercuri.

“L’Alleanza delle Cooperative ricorda come l’aumento della percentuale di frutta, che di fatto cancella e supera una norma risalente a 50 anni fa (Decreto del Presidente della Repubblica del 19 maggio 1958, n. 719), è una richiesta sollecitata da anni dalle cooperative agroalimentari. Se l’emendamento verrà approvato anche nel prosieguo dell’iter parlamentare - conclude Mercuri - si apriranno nuove interessanti opportunità per le nostre aziende di collocare al meglio e valorizzare la frutta italiana, che è sana, certificate ed espressione di punta del made in Italy agroalimentare”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli