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5.024 imprese attive, più di 93.400 addetti e un fatturato di quasi 35 miliardi di euro (dato del 2012): ecco il quadro più che positivo che emerge dal “Rapporto 2014 dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola”, presentato oggi a Roma

5.024 imprese attive, più di 93.400 addetti e un fatturato di quasi 35 miliardi di euro (dato del 2012), pari al 23% del valore dell’alimentare italiano, ottenuto con la lavorazione e trasformazione di una quota pari al 37% della materia prima agricola italiana, per un valore di 19 miliardi di euro. Questi i numeri, più che positivi, emersi dal “Rapporto 2014 dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola”, istituito dal ministero delle Politiche Agricole, presentato oggi a Roma a Palazzo della Cooperazione, alla presenza del Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.

Un universo, quello della cooperazione, in controtendenza con la crisi: nel 2013 segna un +5,8% di crescita del fatturato rispetto all’anno precedente (incremento decisamente più alto del +1,5% dell’alimentare nel suo complesso). Di rilievo anche il capitolo delle esportazioni, che vede le cooperative rappresentare il 13% del totale dell’export agroalimentare italiano, pari a 4 miliardi di euro. “La cooperazione - ha sottolineato il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri - negli ultimi anni ha avuto il grande merito di indirizzare la produzione delle aziende agricole in un’ottica tutta orientata al mercato, nazionale ed estero, valorizzando al massimo i prodotti conferiti dai soci”.

Permane, però, nell’ultimo Rapporto una certa disomogeneità del tessuto imprenditoriale cooperativo sul territorio nazionale: il 45% delle cooperative ha sede al Nord Italia ed è capace di generare l’82% del fatturato totale contro il 7% e l’11% generato rispettivamente dalle cooperative del Centro e del Sud Italia. Le dimensioni medie d’impresa sono pari a 13 milioni di euro per le cooperative del Nord Italia e di appena 2 milioni per quelle del Sud, anche se qualche segnale di crescita dimensionale va registrato anche in alcune regioni del Mezzogiorno.

Le cooperative giocano un ruolo fondamentale per la valorizzazione di prodotti made in Italy tanto in Italia quanto sul mercato estero: le imprese cooperative, infatti, lavorano materia prima che per il 73% è di provenienza locale, per il 26% è nazionale e solo per l’1% viene dall’estero.

Carne, ortofrutta, latte e vino si confermano i principali settori cooperativi grazie al forte legame con la base produttiva agricola. In questi settori le imprese cooperative sono divenute casi di eccellenza sul territorio e veri e propri big player a livello nazionale ed internazionale. Le cooperative sono, infatti, leader di settore nel vino, nell’ortofrutta fresca e trasformata e nelle carni avicole. Rappresentano il segmento più ampio della produzione di formaggi a denominazione di origine e contemporaneamente sono i principali attori nazionali nel comparto del latte fresco, in cui competono con grandi multinazionali estere. Si tratta di cooperative che utilizzando le materie prime agricole conferite dai soci agricoli, realizzano il 38% del loro fatturato dai prodotti a marchio proprio e il 15% da private label.

“Un pezzo importante della cooperazione fa oggi parte dell’alimentare avanzato - ha commentato Ersilia Di Tullio di Nomisma, responsabile scientifico dell’Osservatorio - ma allo stesso tempo tiene saldi i propri fini solidaristici, che la differenziano dalle imprese di capitali. Il rapporto con il socio è sempre privilegiato come indica un grado di mutualità pari in media al 79%. Ci sono però ulteriori spazi di crescita: oggi grazie ai suoi approvvigionamenti di materia prima la cooperazione italiana valorizza il 39% della produzione agricola nazionale. In altri paesi europei, a forte matrice cooperativa, questa quota è superiore, assestandosi al 55% in Francia ed al 68% in Olanda”.

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