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Crolla la produzione olivicola nel Mediterraneo, ma i consumi continuano a crescere, specie nei Paesi extra-Ue: ecco l’istantanea della situazione del comparto olivicolo scattata ad “Olio Capitale”, di scena oggi a Trieste

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Crolla la produzione olivicola nel Mediterraneo

Crolla la produzione olivicola nel Mediterraneo, ma i consumi continuano a crescere, specie nei Paesi extra-Ue: ecco l’istantanea della situazione che il comparto dell’olio ha affrontato, e sta ancora affrontando, a cavallo tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, emersa ad Olio Capitale, il salone degli extra vergini tipici e di qualità, di scena oggi a Trieste, organizzato da Aries, con la partnership dell’Associazione Città dell’Olio (www.cittadellolio.it).
Il Bacino del Mediterraneo produce il 96% dell’extra vergine a livello mondiale, ma quest’anno ha subito una flessione profonda: le stime Coi sulla produzione della campagna olivicola 2014/2015 nel Mediterraneo parlano di 2,4 milioni di tonnellate, -27% sul 2013/14. Il crollo registrato nei Paesi dell’Unione Euroopea è del 38%, specie a causa del dimezzamento della produzione in Spagna, per la quale si parla di 830.000 tonnellate di olio prodotto, il 54% in meno dell’ultima campagna. Male anche l’Italia (-35%), mentre risultano in crescita significativa la Grecia, che raddoppia la propria produzione, e la Tunisia.
“Abbiamo prodotto il minimo storico - ha ricordato da Olio Capitale Colomba Mongiello, vicepresidente Commissione Anticontraffazione e membro della Commissione Agricoltura - con 250.000 tonnellate siamo stati superati dalla Grecia. Dobbiamo restituire a questa coltura, il giusto valore e la giusta preminenza. Abbiamo presentato un piano olivicolo straordinario, serve una terapia choc per aiutare l’olivicoltura italiana”.
Al quadro produttivo scoraggiante fa da controaltare il trend di crescita dei consumi, specie in paesi extra-Ue, Usa e Cina in primis: “il dato positivo - spiega Enrico Lupi, presidente dell’Associazione Città dell’Olio e di Re.co.Med Rete delle Associazioni dell’Olio del Mediterraneo - riguarda gli scambi internazionali che aumentano: una partita a due giocata quasi per intero dalla Spagna e dall’Italia, nella duplice veste di principale Paese importatore e di secondo esportatore. I dati dei primi nove mesi del 2014 mettono in evidenza un incremento della domanda da parte di molti dei principali Paesi tradizionalmente importatori a partire dall’Italia, ,a sono soprattutto Stati Uniti e Cina a fare la parte del leone come portatori di una nuova domanda di olio. Un dato da di cui far tesoro in previsione di Expo 2015”.

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