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“Coldiretti ha lanciato un allarme in buona parte ingiustificato e che non aiuta a risolvere l’eventuale problema della cosiddetta “frode del pesce”. La ristorazione non accetta di essere tirata in ballo”. Così Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe

“Mi pare che Coldiretti-Impresapesca abbia lanciato un allarme in buona parte ingiustificato e che, nella sua genericità, non aiuta a risolvere l’eventuale problema della cosiddetta “frode del pesce”. In ogni caso, in questa vicenda la ristorazione italiana non accetta di essere tirata in ballo e di diventare il capro espiatorio di turno”. A dirlo è Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi che risponde alle affermazioni di Coldiretti sulle frodi legate al pesce che non sempre arrivava fresco nei ristoranti e che “in due categorie di prodotti ittici, come i crostacei e i molluschi, è diffuso il tentativo fraudolento di far passare prodotti decongelati come freschi sia sui banchi che nei ristoranti”.
“I ristoratori italiani - sottoposti a controlli e procedure rigorose - non hanno alcun interesse a frodare i loro clienti, fonte della loro sopravvivenza e del loro successo. Inoltre - continua Stoppani - non corrisponde al vero l’affermazione secondo la quale i ristoratori non hanno l’obbligo di indicare la provenienza dei loro prodotti: ogni esercente ha l’obbligo di tenere traccia della filiera per eventuali controlli dei Nas e delle autorità sanitarie. Chiunque facesse quindi uso di un pesce al posto dell’altro incorrerebbe nel grave reato di frode in commercio. Per la difesa del made in Italy in tema di pescato, si sfiora il surreale: i ristoratori si riforniscono, come ogni cittadino, presso i canali distributivi esistenti e acquistano il pescato normalmente in commercio, la cui provenienza non dipende dalla volontà dei cuochi italiani, ma dalla pescosità dei nostri mari. È la qualità e la professionalità dei nostri chef a costituire il valore inimitabile del “made in italy” nella ristorazione. Si continua a sottovalutare la capacità del consumatore di comprendere la qualità dei prodotti che consuma - conclude - e di pagarli al giusto prezzo considerando tutti i fattori che li accompagnano, provenienza compresa”.

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