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Nutrition Foundation Italy: la carne bianca aiuta dieta e salute. Il documento promuove le carni avicole, ma in Italia, secondo Unaitalia, i consumi nel Belpaese sono sotto media Ue. Di pollo, per esempio, solo 1 fettina su 4 ...

Apporto di proteine “nobili” di elevato valore biologico, specifiche vitamine tra cui quelle del gruppo B, minerali tra i quali il ferro, ridotta quantità di grassi totali con prevalenza di mono e polinsaturi. Sono alcune delle caratteristiche che rendono le carni avicole un alleato per la salute e il benessere ad ogni età, il cui consumo, in un'alimentazione varia ed equilibrata, si associa ad effetti neutri o favorevoli sul rischio delle principali patologie degenerative: come le malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumori e il diabete. Ecco le conclusioni del primo Documento di Consenso sul ruolo delle carni avicole di Nutrition Foundation of Italy (Nfi, www.nutrition-foundation.it), presentato in vista della pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale Food & Nutrition Research.
“Con la realizzazione di questo documento di consenso - sottolinea Andrea Poli, presidente di Nfi - colmiamo una lacuna di carattere scientifico sul tema delle carni avicole e sul loro ruolo nell'ambito di una corretta alimentazione. Il documento conferma come le carni avicole siano caratterizzate da un profilo nutrizionale decisamente favorevole: gli studi epidemiologici che abbiamo analizzato mostrano come un adeguato consumo di carni di pollo, in associazione ad una dieta ricca di vegetali, con un apporto moderato di grassi, e ad uno stile di vita attivo, possa facilitare il mantenimento del giusto peso corporeo, con effetti complessivamente neutri o favorevoli sul rischio delle principali malattie degenerative tipiche della nostra società”.
Tuttavia, le carni bianche nel nostro Paese sono ancora relativamente poco consumate: in Italia i consumi delle carni avicole rappresentano il 25% del consumo totale di carne e sono molto al di sotto della media europea (quello del solo pollo è di 13,6 Kg l’anno pro-capite, contro i 17,8 Kg medi in Ue, secondo dati Unaitalia e Avec 2014.
“Il livelli di consumo di queste carni - conclude Poli - sono tuttora contenuti nel nostro Paese: un loro impiego più ampio, nell'ambito di una corretta alimentazione, con un apporto adeguato di proteine, sia vegetali che animali, consentirebbe un miglioramento della qualità complessiva della dieta nella popolazione italiana”.

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